Oltre ottanta finanzieri in servizio presso il Comando Provinciale di Messina stanno eseguendo, in queste ore, più di trenta decreti di perquisizione locale e numerosi decreti di esibizione documentale emessi dalla Procura della Repubblica di Messina.
Destinatari sono molteplici Centri di Assistenza Agricola, enti che gestiscono le istruttorie relative alle domande di finanziamenti europei e nazionali in agricoltura.
La vasta operazione, che interessa le Province di Messina, Enna e Catania, è coordinata dal Procuratore della Repubblica, Guido Lo Forte affiancato dal Sostituto Procuratore, Antonio Carchietti. E’ scattata alle prime ore dell’alba ed ha come epicentro la zona di Tortorici (Me), nota in passato per alcuni episodi criminali.
Non è un caso se l’operazione arriva a qualche settimana dall’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci seguito da una serie di reazioni e prese di posizione culminate in una marcia di solidarieta
Le attività di polizia giudiziaria in corso riguardano un importante filone investigativo relativo a presunte truffe ai danni dell’Unione Europea ed all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura – Ag.E.A., che sarebbero state poste in essere da numerosi soggetti del comprensorio dei Nebrodi.
Un allarme in questo senso era stato lanciato attraverso BlogSicilia nei giorni scorsi dall’ex assessore all’agricoltura Nino Caleca e poi era stato ripreso e ampliato da un altro ex assessore, Ezechia Paolo Reale
Le indagini hanno preso le mosse da alcune denunce presentate da parte di proprietari di terreni che al momento della presentazione della domanda per il contributo loro spettante si sono visti rispondere che le particelle di proprietà, ad insaputa dei medesimi, erano già state inserite in analoghe domande di finanziamento, presentate da altre persone.
L’attento approfondimento investigativo ha portato ad individuare un presunto meccanismo di frode più strutturato, realizzato in via sistematica da alcuni soggetti che inserivano in numerose istanze presentate da aziende agricole a loro riconducibili, terreni di ignari proprietari.
Alcuni dei destinatari dei provvedimenti odierni, tra l’altro, vantano diversi precedenti penali per truffa mentre altri risultano collegati alla criminalità organizzata locale nonché interessati pure dalle vicende connesse alla concessione dei pascoli dell’Azienda Speciale Silvo Pastorale di Troina (En), relative all’emanazione di apposite interdittive antimafia della Prefettura di Messina a seguito della stipula del Protocollo di legalità.
Gli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria di Messina intendono pure riscontrare se esista una regia comune in grado di coordinare i diversi imprenditori agricoli coinvolti. L’indagine odierna conferma come i sistemi illeciti realizzati per drenare illecitamente risorse finanziarie nel settore agricolo, di concreto interesse per la criminalità, sia ben radicato nella zona del Parco dei Nebrodi.
Ciò trova chiara conferma dagli esiti degli oltre cento accertamenti svolti nella prima parte del 2016 e nel precedente biennio nella zona nebroidea dai finanzieri delle Tenenze di Sant’Agata di Militello e Capo d’Orlando, che hanno permesso di rilevare irregolarità per quasi cinque milioni di euro di contributi illecitamente percepiti, su un totale di undici milioni oggetto d’analisi ed hanno portato alla denuncia di ben ottanta responsabili.
Tali attività sono state svolte nell’ambito del progetto “Bonifica” del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie delle Fiamme Gialle ed hanno permesso di scoprire tipologie di illecito riguardanti falsi contratti di affitto o di comodato dei terreni agricoli, nonché numerosi contratti stipulati con persone che risultavano essere decedute in epoca antecedente alla stipula degli stessi.
Altri sistemi di realizzazione delle truffe ai danni dell’Unione europea hanno riguardato soggetti che avevano ottenuto finanziamenti utilizzando particelle catastali di terreni di proprietà pubblica, attraverso la produzione di falsi titoli di conduzione oppure, in due episodi, utilizzando fondi agricoli confiscati in base alla legislazione antimafia. L’attività di servizio ha comportato anche la correlata denuncia per danno erariale alla Corte dei Conti e prevederà la contestazione di sanzioni amministrative che saranno pari agli importi illecitamente percepiti.
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