“Contrastare gli eventi catastrofali dovuti al cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico è, come dimostrano ancora una volta le drammatiche immagini che arrivano dalle Marche con il loro carico di distruzione, una assoluta priorità per il nostro Paese.
Così come è essenziale, non procrastinabile, dotarsi di una strategia integrata per affrontare l’emergenza idrica che quest’anno ha messo a dura prova i nostri fiumi, il nostro territorio, le nostre produzioni agricole, le nostre comunità”. Così la presidente di Italia Viva Teresa Bellanova, Viceministra delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, candidata al Senato nel plurinominale per la Lista Calenda-Renzi in Sicilia Collegio 01 e in Puglia come capolista, concludendo la tre giorni in Sicilia con un incontro pubblico a Taormina.
“Affrontare queste emergenze equivale a muoversi con interventi immediati, decisi, risolutivi, non con azioni tampone, come purtroppo spesso accade nel nostro Paese. Dobbiamo essere capaci di mettere in rete, sinergicamente, quanto abbiamo saputo e potuto sviluppare negli anni, l’enorme patrimonio di competenze e saperi che questo Paese ha, con un coordinamento massiccio dei tanti soggetti presenti in questo settore strategico e vitale. Noi avevamo iniziato a farlo con la struttura di missione Italia sicura, poi colpevolmente smantellata dal duo Conte-Salvini. Non si può e non si deve aspettare, la sicurezza delle popolazioni viene prima di tutto”.
“Da Ministra delle Politiche Agricole”, ha proseguito Bellanova, “mi sono impegnata in prima persona perché nel PNRR ci fossero le risorse necessarie a rafforzare quel lavoro strutturale che ci ha visto mettere in campo investimenti per oltre 1 miliardo di euro negli ultimi anni.
E’ un impegno che ho proseguito al Mims, ministero che ricopre un ruolo di coordinamento strategico nella programmazione degli interventi infrastrutturali per l’approvvigionamento idrico primario”.
Ha concluso Bellanova: “Gli investimenti negli ultimi 18 mesi sono stati ingenti, grazie a risorse del Pnrr e ai fondi nazionali che abbiamo voluto destinare. Una mole complessiva di circa 7 miliardi: rilevante ma insufficiente. Serve una svolta vera. Ad iniziare dalla realizzazione del Piano di piccoli e medi Invasi proposto da Anbi ribattezzato Piano Laghetti, per recuperare la risorsa acqua piovana e garantirla quando e dove mancherà”.