Su delega della Procura distrettuale di Catania la polizia di Stato ha eseguito una perquisizione nei confronti di un uomo di 35 anni, residente a Messina, ritenuto responsabile di divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico. L’indagine del compartimento di polizia postale di Catania trae origine da una segnalazione inviata dagli organi investigativi degli Stati Uniti al servizio polizia postale di Roma e da questo trasmesso per competenza alla polizia postale etnea.
Utilizzava piattaforme estere
Le indagini informatiche hanno condotto all’identificazione del 35enne messinese che, utilizzando piattaforme online estere, divulgava immagini di pornografia minorile, anche con vittime in età infantile. Gli elementi probatori raccolti hanno permesso all’autorità giudiziaria di emettere apposito provvedimento di perquisizione personale ed informatica.
Gli esiti della perquisizione
La perquisizione, eseguita dalla polizia postale di Messina, ha messo in evidenza come il soggetto indagato detenesse migliaia di file pedopornografici conservati nei suoi dispositivi. Pertanto, alla luce della gravità dei fatti, l’uomo è stato arrestato in flagranza e, su disposizione del pubblico ministero di turno della Procura di Messina, ha avuto la misura cautelare degli arresti domiciliari convalidati dal competente giudice per le indagini preliminari.
Ulteriori approfondimenti
Il materiale sequestrato sarà sottoposto ad approfondite analisi da parte degli esperti della polizia postale per chiarire le modalità di acquisizione ed eventuali vittime minori adescate.
L’ultima operazione nel maggio scorso
Nel maggio scorso l’ultima operazione di questo tipo che ha coinvolto la Sicilia. Tre giovani studenti, tra cui uno catanese e un minorenne, sono stati denunciati per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico e centinaia di video pedopornografici cancellati dal web. E’ il risultato di un’operazione della polizia postale di Trieste, coordinata dal centro nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) del servizio polizia postale e delle comunicazioni, cominciata in seguito alla segnalazione di un cittadino al commissariato di pubblica sicurezza online. L’indagine, coordinata dalle Procure di Trieste e Lecce, ha riscontrato la presenza di un gruppo Telegram in cui un utente aveva condiviso tre link contenenti un grosso quantitativo di video a carattere pedopornografico. Gli investigatori della polizia postale hanno identificato i tre responsabili, e rimosso i contenuti; gli account dei ragazzi sono stati sospesi.
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