Notte relativamente tranquilla a Stromboli, dove la situazione sta tornando lentamente alla normalità dopo le due violente esplosioni delle 16:46 di ieri che hanno causato la morte del 35enne Massimo Imbesi e almeno tre feriti non gravi nella frazione di Ginostra e tanta paura tra abitanti e turisti che erano sull’isola.
Ci sono state dei terremoti di piccola energia, sotto magnitudo 2, probabilmente come effetto dell’assestamento del vulcano, che sono stati avvertiti, ma non hanno creato alcun danno, ma fatto ‘sussultare’ chi è a Stromboli. L’isola è coperta da detriti, pomice nera. Uno strato alto alcuni centimetri. La zona maggiormente colpita è la frazione di Ginostra. “Adesso – dice uno degli abitanti, Gianluca Giuffrè – noi siamo già al lavoro per spalare, ma ci vogliono aiuti e braccia forti”. Sono rimasti attivi ancora dei piccoli focolai, ma anche la situazione incendi appare sotto controllo.
Sono, però, ancora al lavoro vigili del fuoco e Canadair sullo Stromboli per spegnere gli ultimi focolai provocati dalla violenta eruzione del vulcano con il lancio di lapilli lavici incandescenti che hanno innescato il fuoco tra la vegetazione e i canneti. Gli aerei stanno operano sulle zone meno accessibili dell’isola dell’arcipelago delle Eolie. Emergenza finita che si riavvia alla normalità anche per gli abitati di Stromboli, sono rimasti molti residenti e pochi turisti: la stragrande maggioranza degli ‘ospiti’ ha preferito lasciare l’arcipelago con traghetti e aliscafi diretti a Milazzo. In zona c’è anche la motovane Helga della Caronte & Tourist Isole Minori inviata dalla Regione Siciliana su richiesta del sindaco di Lipari come misura precauzionale nel caso in cui dovesse verificarsi la necessità di allontanamento della popolazione presente sull’Isola. Scenario al momento escluso.
Gli incendi su Ginostra sono stati spenti da poco. Sono ancora attivi dei roghi sul lato di Stromboli. Hanno lavorato tutta la notte e sono ancora all’opera i vigili del fuoco anche con una motobarca e due Canadair, che hanno ripreso a volare all’alba.
E’ stato recuperato e portato a Milazzo, dove viveva, nel frattempo, il corpo di Massimo Imbesi, allievo ufficiale di coperta, 35 anni, morto ieri nell’esplosione. Lo ha disposto la magistratura che sta valutando se fare eseguire l’autopsia o se sarà sufficiente l’esame esterno del medico legale. Secondo quanto si è appreso, all’altezza del torace è stato rilevato un grosso ematoma che Imbesi forse si sarebbe procurato cadendo violentemente su spuntoni di pietra lavica che caratterizzano l’isola. Caduta che potrebbe essere avvenuta mentre correva per mettersi in salvo o causata da intossicazione da fumo sviluppato dagli incendi. Maggiori particolari sulla dinamica potranno venire da un amico sudamericano che era con lui, che ieri sera era ancora sotto evidente stato di choc.
“Finalmente il mare, di nuovo il mare… quello più conosciuto e familiare però, quello che preferisco, quello della Spiaggia di Ponente di Milazzo, quello di casa….” scriveva solo un anno su Facebook commentando la foto del proprio attestato conseguito come allievo ufficiale di coperta. Amava il mare e i vulcani ed il vulcano alla fino lo ha ucciso. La sua passione era proprio Stromboli. “Ieri mattina – rivela uno degli abitanti di Ginostra, Gianluca Giuffrè – l’ho visto assieme a un amico, un sudamericano molto alto. Stavano andando a fare delle foto del vulcano. Non lo conoscevo bene, ma lo vedevo sempre passare per i sentieri di Ginostra per degli scatti che erano la sua passione”.
Sono 98 in tutto le persone che hanno lasciato Stromboli per la paura nata dopo la violenta esplosione vulcanica di ieri. Il direttore della società di aliscafi “Liberty Lines” Nunzio Formica ha ospitato in un albergo di Milazzo una coppia di turisti toscani che erano andati via da Ginostra e che nella fretta di lasciare l’isola hanno dimenticato nel piccolo borgo marinaro di Stromboli anche documenti e trolley.
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