- La Polizia di Stato esegue tre misure cautelari per violenze in famiglia
- Vittime delle violenze ancora una volta, le donne
- Una moglie, una madre, una bambina vittime di tre uomini
Sono tre le ordinanze di misura cautelare eseguite nei giorni scorsi dalla Polizia di Stato. Emesse al termine di delicate indagini condotte con il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria, vedono tutte il coinvolgimento di una donna nel ruolo di vittima.
Violenza sessuale e corruzione di minorenne
La prima, la più delicata per la giovanissima età della vittima, è stata eseguita ieri dai poliziotti di Squadra Mobile e Volanti. I reati contestati al reo, cinquantenne compagno della madre della piccola, sono violenza sessuale e corruzione di minorenne ai danni di persona minore degli anni 14. È stata la bambina a raccontare degli abusi alla madre e a consentire immediate indagini, supportate dall’ausilio di personale medico, che hanno portato alla misura cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Messina.
Una madre costretta a subire ricatti
La seconda misura, eseguita dai poliziotti delle Volanti nei confronti di un quarantottenne, ha sostituito il precedente divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, la madre, costretta a subire continue richieste di denaro. Il reo, in un primo momento sottoposto agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica, dopo l’accertamento di ulteriori pregressi fatti, è stato infine condotto in carcere.
Episodi di violenza e sopraffazione
La terza misura eseguita prevede, infine, l’allontanamento dalla casa familiare nei confronti di un sessantaquattrenne, dedito all’alcool, ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia ai danni del coniuge. La ricostruzione della vicenda da parte dei poliziotti ha permesso di evidenziare le responsabilità dell’uomo, resosi protagonista di continui episodi di violenza e sopraffazione. Gravi, precisi e concordanti elementi a carico, quali minacce di morte, ingiurie e violenza fisica nei confronti della moglie e del figlio affetto da schizofrenia, hanno reso necessaria l’adozione di un’adeguata misura preventiva.
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