Una discarica abusiva è stata scoperta a Falcone nel Messinese, in contrada Giglione, dall’equipaggio di un elicottero dei carabinieri, che durante una perquisizione a terra nell’area hanno trovato mezzi meccanici in disuso, carcasse di autovetture, rifiuti inerti provenienti dal settore edilizio, materiale meccanico ed altro ancora.
I militari sono risaliti al proprietario, un uomo di 41 anni, che è stato denunciato per reati ambientali. L’uomo deve anche rispondere di abusivismo edilizio per la presenza di un manufatto in muratura, adibito a magazzino realizzato senza autorizzazioni. L’intera area, di circa 5.500 mq. è stata delimitata e sottoposta a sequestro insieme con rifiuti e manufatto abusivo.
Pochi giorni fa, una discarica abusiva scoperta nel catanese, una vera e propria bomba ecologica in cui oltretutto era stato appiccato un incendio. I carabinieri si sono nascosti ed hanno visto gli autori dell’incendio. In tre denunciati, il proprietario dell’area di 57 anni e i due che avevano dato fuoco, entrambi 63enni. Sequestrata la vastissima area, ad essere verificato che in più punti i rifiuti erano stati sotterrati.
L’operazione dei carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Giarre che hanno dato vita ad un mirato servizio perlustrativo mirato a prevenire e contrastare i reati in materia ambientale. La loro attenzione si è concentrata quando hanno notato un’intensa coltre di fumo nero provenire da un terreno alla periferia di Giarre. Segnalato l’accaduto alla centrale operativa e raggiunta tempestivamente l’area per verificare cosa stesse accadendo. I carabinieri si sono quindi trovati di fronte ad un terreno privato, di proprietà del 57enne titolare di una ditta che si occupa di installazione e manutenzione di piscine. Hanno scoperto la presenza di una vera e propria discarica abusiva di rifiuti speciali provenienti dalla stessa attività imprenditoriale.
I militari dell’Arma, senza essere visti, hanno osservato chiaramente armeggiare due uomini, poi identificati per i due 63enni dipendenti dell’azienda. Stavano sversando, utilizzando due bobcat, materiale di risulta su un grosso cumulo di rifiuti, in parte già in fiamme in quel momento. Vi erano bidoni in plastica, pedane di legno e latte in metallo, che alimentavano ulteriormente le fiamme già vive. I due uomini, una volta fermati, hanno cercato di giustificarsi dichiarando che si stavano adoperando per spegnere l’incendio. Hanno raccontato che stavano prelevando della terra con le pale dei bobcat per soffocare l’incendio. La coppia chiaramente non immaginava che i carabinieri avevano già avuto modo di verificare quel che avevano fatto.
Messi in sicurezza l’area e i mezzi i militari, per evitare l’inalazione di fumo tossico è stato chiesto l’ausilio dei vigili del fuoco. Questi ultimi intervenuti poco dopo con il distaccamento di Riposto hanno spento l’incendio. Nell’area è stato appurato che in più punti la tecnica utilizzata sarebbe stata quella di realizzare preliminarmente una grossa buca dove sversare rifiuti. Poi, una volta dati alle fiamme, sarebbero stati ricoperti e sotterrati con della terra. L’intera area, dell’estensione complessiva di circa 15 mila metri quadrati, è stata contestualmente sottoposta a sequestro.