Il rosmarino è noto a tutti per l’uso aromatizzante in cucina ma, forse. non tutti ne conoscono anche le virtù terapeutiche e la storia antica e la leggenda mitologica ad esso legate.
Questa pianta aromatica, infatti, è sempre stata una delle piante più apprezzate per il suo aroma persistente, fin dai tempi antichi. Ricco di virtù terapeutiche, come la curcuma , lo zenzero e l’avocado, si rivela, ancor oggi, di grande utilità per numerose patologie.
Le benefiche proprietà di questa pianta che regala uno dei profumi più intensi esistenti in natura, sono dovute, soprattutto, ai principi attivi racchiusi nel suo olio essenziale, a cui si deve anche l’intensità olfattiva che lo contraddistingue. Inoltre , è ricco di altri importanti costituenti chimici che contribuiscono a fare del rosmarino una pianta di straordinaria efficacia terapeutica.
Il rosmarino, solo per citare alcune delle sue proprietà, è un ottimo tonico generale; esercita sull’organismo un’azione stimolante e fortificante. Agisce efficacemente negli stati di astenia, cioè in condizioni di affaticamento fisico e mentale. E’, quindi, indicato nei periodi di superlavoro o dopo una lunga malattia. Queste sue proprietà ne fanno un rimedio molto adatto anche per bambini e ragazzi. E,’ inoltre, antispastico, antidolorifico, antisettico, antiparassitario e antibatterico e svolge un’efficace azione preventiva anche in caso di malattie infettive. È , inoltre, un valido antinfiammatorio.
Se in merito alle sue virtù e proprietà vi è l’imbarazzo della scelta, quella delle leggende che vedono il rosmarino protagonista sono altrettante, tuttavia la principale e anche la più affascinante,appare quella narrata da Ovidio ne “Le metamorfosi” in cui si parla di una principessa, Leucotoe, figlia del re di Persia Laocoonte, della quale si innamorò Apollo, dio del sole. Questi entrò con l’inganno nella stanza della giovane e la sedusse. Il padre, venuto a conoscenza dell’onta subita, si infuriò e, non potendo prendersela con Apollo, in quanto divinità, punì con la morte la debolezza della figlia e la fece seppellire viva. Apollo non aveva i poteri di riportarla in vita e fece deviare i raggi del sole sulla tomba perché Leucotoe potesse avere un po’ di luce. Sotto il calore del sole, le spoglie della infelice fanciulla si trasformarono lentamente in una pianta dal profumo intenso, dalle foglioline sottili e dai fiori viola azzurri, che si ergeva verso il cielo, simbolo di eternità, ma ancora legata alla terra da possenti radici, quasi a voler esorcizzare la caducità della vita.In seguito alla leggenda greci e i romani coltivarono il rosmarino come simbolo dell’immortalità e i rami venivano messi nelle mani dei defunti e poi bruciati in sostituzione dell’incenso, soprattutto fra i poveri che non avevano la possibilità di acquistarlo.
Un’altra leggenda ,di origini cristiane, narra, invece, che un arbusto di rosmarino che allora aveva i fiori bianchi, offrì riparo alla Vergine Maria durante la fuga in Egitto, nascondendo lei e Gesù nel groviglio dei suoi rami. E quando, passato il pericolo, Maria appese alla pianta il proprio manto, i fiori del rosmarino divennero azzurri.
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