Anche nelle cucine dei ristoranti stellati manca il personale. Ed è un effetto della pandemia. Lo ha spiegato a Casa Minutella lo chef Tony Lo Coco, ospite della puntata andata in diretta dall’Expocook di Palermo. “C’è carenza di personale-ha spiegato Lo Coco – perchè la pandemia ha fatto sì che molta gente abbia cambiato completamente indirizzo. Si incomincia a fare fatica. Quindi, non riusciamo sempre, forse perché da parte mia è sempre una scommessa ad investire sulle risorse umane, a fare crescere i giovani e formarli fino a farli diventare, non dico dei grandi chef, ma dei buoni cuochi. Perché poi la parola chef, insomma, è generalizzata. Ma essere già un buon cuoco già è una grande cosa”.
“Chef? Termine abusato, è importante diventare buoni cuochi”
“Adesso stiamo facendo formazione su ragazzi che hanno tanta passione ma poca conoscenza. La cosa importante è saper stare in cucina, secondo me è la base. Poi c’è la passione. I ragazzi sono come delle spugne, riescono ad apprendere subito, ma senza passione non si va da nessuna parte. Bisogna chiarire un aspetto, questo mestiere non si fa per mettersi una giacca e andare in televisione? Ai ragazzi bisogna spiegare che bisogna lavorare tantissimo. Si passano tantissime ore di lavoro in cucina. Quindi se non sei spinto dalla passione difficilmente riesci a chiudere la giornata. Invece, dove c’è la passione, le ore di lavoro che si contano perché di fatto diventa di piacere. Ti piace stare in cucina e questo ti fa passare la stanchezza”.
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