Non si ferma l’impegno dell’Associazione Donne del Vino Sicilia & Cultura, guidata da Roberta Urso, a sostegno delle donne. Nella suggestiva location di Palazzo Planeta, nel giardino dell’enoteca-ristorante Maharìa, a Menfi, in provincia di Agrigento, si è svolto ieri il talk, tutto al femminile, “Fimmine & Wine”.
L’incontro, moderato dalla giornalista Giusy Messina, ha fornito l’occasione per parlare ancora una volta di donne, di violenza di genere, pregiudizi, ma anche di vino, indiscutibile mezzo di emancipazione femminile.
Presentato il libro “Fimmine” di Luana Rondinelli
Per l’occasione è stato presentato il libro “Fimmine. Disamina Teatrale Dell’essere Donna” dell’attrice, regista e drammaturga Luana Rondinelli. Il libro, con le prefazioni a firma di Donatella Finocchiaro, Gaetano Savatteri, Valeria Solarino e Giuseppina Torregrossa e la copertina dell’artista siciliana Giusy Ferrara, è un meraviglioso scrigno che racchiude quattro testi teatrali al femminile, tutti impreziositi da dialoghi rigorosamente in dialetto siciliano.
Il primo, “Taddrarìte – Pipistrelli” (con la “R” come si dice solo a Marsala), è considerato dall’autrice “la prima figlia” e prende il titolo da una tipica espressione siciliana utilizzata per indicare un comportamento irrequieto, agitato come quello delle protagoniste. Taddrarìte è la storia di una violenza domestica e si schiera contro la violenza sulle donne, riuscendo, però, anche a far sorridere con il suo tocco ironico.
Il secondo testo racconta le vicende di “Giacominazza”, “la figlia ribelle”, una ragazza, che si batte per difendere la propria libertà, libertà di pensiero, libertà sessuale e psicologica, sullo sfondo di un innamoramento saffico.
Poi c’è “Penelope – L’Odissea è fimmina”, “la figlia saggia”, un testo che è una riscrittura dell’Odissea tutta al femminile, dove una Penelope, donna matura con al suo fianco la nutrice Euriclea, percorre un viaggio catartico nel suo essere donna, che la porta a mettere al centro la propria identità e a riscoprirsi più forte.
Infine, c’è “Gerico Innocenza Rosa”, un testo, nato durante il lockdown, che contiene una riflessione sul concetto di identità e sui pregiudizi di genere e dove vengono messi in scena il dolore, la sofferenza e l’impossibilità di essere fino in fondo se stessi, in un ambiente familiare che non ti accetta e in una società che finisce per schiacciarti.
Tutte le protagoniste sono donne irrequiete, donne coraggiose, donne “fimmini”, per l’appunto, segnate dalla vita, ma capaci di risorgere, stravolgere la propria esistenza, pur di non soccombere ed essere fino in fondo se stesse.
La serata tra musica, teatro e una degustazione di vini finale
Dopo i saluti di Marilena Mauceri, sindaco di Menfi e di Roberta Urso, delegata regionale dell’associazione DDV Sicilia, si è aperto il confronto alla presenza di Luana Rondinelli e Giusy Agueli, psicologa, fondatrice e presidente di “Palma Vitae”, associazione di volontariato che dal 2014 sostiene ed accoglie donne in difficoltà e vittime di violenza e che, attraverso laboratori di empowerment (laboratori teatrali ed artigianali), promuove un percorso di consapevolezza e di rinascita.
Tra le iniziative promosse la creazione di una linea di borse ricavate da scarti di tessuto, le “Palma Bags”, che ri-nascono a vita nuova ed il progetto sociale “In Venus Veritas”, grazie al quale sono state create etichette per vino, con le frasi di alcune scrittrici contemporanee (Simonetta Agnello Hornby, Simona lo Iacono, Ester Rizzo, Luana Rondinelli, Daniela Tornatore) e delle donne di Palma Vitae.
Il prossimo step sarà quello di coinvolgere anche gli uomini, con progetti mirati nelle scuole, così da cambiare, fin da giovanissimi, il loro pensiero e atteggiamento e spingerli a vedere nella relazione con la donna un’occasione di crescita e scambio.
La serata si è poi snodata tra le performance teatrali delle attrici Luana Rondinelli e Laura Giordani, che hanno magistralmente interpretato alcuni brani tratti dal libro “Fimmini”, il contrappunto musicale della vocalist Rossella Campo e la mostra “Idda” con i delicati ritratti di donna, realizzati dall’artista Anna Avona.
A conclusione dell’evento la degustazione di una selezione di vini delle socie DDVSICILIA, in abbinamento ai finger food di Maharìa, sponsor ufficiale dell’evento, insieme all’Associazione italiana Somelier Sicilia.
Le nuove sfide dell’Associazione Nazionale Donne del Vino
Negli ultimi anni sono aumentate le “quote rosa” nel settore vitivinicolo e sempre di più sono le cantine a guida femminile, a conferma dell’intuizione dell’Associazione Nazionale Donne del Vino che, fin dalla sua nascita (1988), cerca di diffondere la cultura e la conoscenza del vino, attraverso la formazione e la valorizzazione del ruolo della donna, in un settore di esclusivo appannaggio maschile.
Una intuizione ampiamente premiata. Oggi l’associazione può, infatti, contare a livello nazionale su 997 (62 solo in Sicilia) associate, tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, giornaliste ed esperte di vino.
C’è però ancora tanto da fare. In un mercato in forte espansione mancano figure professionali preparate, in grado di affrontare le sfide del futuro. Ecco perché, come ha sottolineato Roberta Urso, l’Associazione sta portando avanti un progetto con il Ministero dell’Istruzione per far diventare “il vino” materia scolastica e formare, già tra i banchi di scuola, i futuri professionisti del vino ed esperti di enoturismo.
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