Se, osservando un mazzo di fiori, oltre ad ammirarne i colori e a sentirne il profumo, cominciate ad immaginarne anche il sapore, sappiate che siete in perfetta armonia con una delle tendenze gastronomiche più trendy del momento che prevede l’uso dei fiori in cucina, divenuta oggi una moda dei ristoranti più chic, ma che, in realtà, fonda le proprie radici in un’antica sapienza.
Nella tendenza gastronomica attuale vi è un ritorno all’utilizzo dei fiori in cucina per la preparazione di salse adatte ad accompagnare pietanze sia dolci che salate, ma anche bevande come tisane, liquori e cocktail. Gli studi hanno inoltre confermato come i fiori siano un valido ingrediente capace di svolgere non solo un ruolo nutrizionale, ma anche curativo. Tuttavia bisogna fare molta attenzione perché non tutti i fiori sono commestibili, infatti, ciclamini, azalee, iris, fiori d’oleandro, edera, fiore del tabacco, mughetto, sono solo alcune delle infiorescenze che hanno un effetto velenoso.
Esistono circa 50 specie differenti di fiori eduli, o commestibili. Di questi già ne consumiamo alcuni senza farci caso come, ad esempio, carciofi, fiori di zucca, cavolfiori e zafferano, che rappresentano, tutti, le infiorescenze delle relative piante da cui provengono. Altri, invece, di derivazione spesso più esotica, siamo più propensi ad immaginarli in un giardino o all’interno di un vaso, mentre, al giorno d’oggi, non è raro trovarli nel banco frigo dei supermercati coltivati a scopo alimentare, senza l’utilizzo di sostanze chimiche e pesticidi, lontano da smog e traffico cittadino.
Bisogna, inoltre, evitare di usare in cucina fiori provenienti da vivai e fiorai a causa dei trattamenti ai quali sono sottoposti che li rendono incompatibili all’uso alimentare. Si consiglia di acquistarli dai produttori di fiori organici o magari di coltivarli nei giardini e balconi di casa. E ancora, per conservarne intatti il profumo e la consistenza, a chi volesse coltivarli in casa, si consiglia di coglierli al mattino presto, maneggiandoli delicatamente. In particolare i fiori piccoli e senza gambo devono essere conservati all’interno di sacchetti di plastica, mentre quelli con gambo vanno bene anche in vasetti di acqua. Per evitare l’appassimento dei petali è, inoltre, necessario separarli dalla corolla e dal gambo. Una volta colti, i fiori commestibili devono essere lavati e asciugati come una normale verdura. Prima di “cucinarli”, il consiglio è quello di sciacquarli con attenzione in acqua fredda e tamponarli con un panno pulito e inodore.
Se avremo voglia di seguire le semplici regole suindicate i fiori potranno diventare preziosi alleati di tutti coloro che vogliano proporre ai commensali qualcosa di nuovo, originale, fresco e profumato. Per fare alcuni esempi la begonia ha un sapore acidulo e un po’ aspro, simile al limone. Il suo uso si presta non solo per la preparazione di sorbetti, gelati e macedonie, ma anche per la carne e le insalate; il crisantemo ha un retrogusto amaro adatto a contrastare i sapori forti e decisi. Utile in caso di digestione lenta e difficile ; l’ibisco ha un sapore dolce e raffinato che ricorda quello dei frutti di bosco, adatto per la preparazione di insalate e dolci.
Le foglie della primula, invece, sono un ottimo ingrediente per dare un tocco di originalità per la preparazione di insalate, minestre, per aromatizzare vini e aperitivi ed anche un ottimo rimedio per curare l’insonnia. I fiori dal colore blu-violetto della borragine, poi, hanno un gusto intenso paragonabile a quello dei cetrioli, i petali sono ottimi per la preparazione di infusi, aperitivi, sorbetti, ma anche per la preparazione di insalate e aceto aromatizzato. Anche le foglie che i petali della calendula, dal gusto leggermente amaro, possono essere usati in cucina per la preparazione di insalate, zuppe, frittate, pasta e risotti. Il fiore di calendula è anche conosciuto come lo “zafferano dei poveri” proprio per il suo caratteristico colore arancione; infatti, se viene essiccato, può essere un ottimo sostituto dello zafferano.
Il garofano dona al piatto un gusto pepato che si adatta alla preparazione di risotti, pasta, dolci e liquori. Del geranio i petali si adattano alla preparazione di frittate, vini, liquori, parfait e sorbetti. Le foglie, invece, sono più indicate per la preparazione di dolci al cucchiaio. L’acqua ottenuta dall’infusione dei fiori di geranio richiama il sapore del limone e può essere usata per la preparazione di dolci e bevande dissetanti. I petali di rosa sono notoriamente usati per la preparazione di marmellate e liquori, ma trovano anche piacevole impiego nella preparazione di risotti, dolci, insalate e sono inoltre dotati di azione antimicrobica. Quanto alla lavanda, i suoi fiori sono uno degli ingredienti della miscela di spezie usate per la preparazione del cous cous. Sono inoltre anche degli ottimi ingredienti per la preparazione di svariati tipi di piatti sia salati che i dolci, ma anche per accompagnare la degustazione di formaggi o come originale ingrediente per la preparazione di pane aromatizzato e biscotti. Anche la viola del pensiero è un fiore noto in cucina: i petali sono famosi per essere mangiati canditi, ma il loro uso si può benissimo estendere anche per la preparazione di gelati, marmellate, gelatine, macedonie, insalate, dolci in particolare a base di cioccolato come ad esempio mousse e torte.
Dopo questa breve carrellata, per nulla esaustiva, di seguito vi proponiamo la ricetta della frittata con i fiori di tarassaco ,meglio noto come dente di leone, che, sicuramente riuscirà a stupire tutti a tavola.
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