Cosa significa essere uno chef? Lo abbiamo chiesto a Gianvito Gaglio, ospite di Talk Sicilia. Dopo quattro anni nella brigata di Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi, Gaglio adesso è lo chef dei “Giardini del Massimo”. “Essere uno chef – dice il giovane originario di Cinisi – significa letteralmente essere il capo cuoco. Il suo compito è di programmare, seguire e coordinare ogni singolo aspetto di una cucina professionale. Diventare chef significa arrivare al top. Ma in fondo noi siamo sempre e soltanto dei cuochi. Ci mettiamo sempre in gioco”.
Per essere un grande chef servono passione, studio e anni di sacrifici
Per dare un segno del proprio stile allo chef viene chiesto anche di “creare” nuove ricette. “La tecnica è fondamentale – indica Gaglio – ma non è sufficiente. Serve tanto studio, anni di studio, passione, creatività e determinazione. Ci sono anni e anni e anni di preparazione di studi. Non si finisce mai di imparare perché ogni giorno si cerca sempre di migliorare, nelle tecniche, anche nelle cotture, nella sperimentazione di un piatto nuovo. Il segreto sta lì. Avere sete di conoscenza, ed è quello che un po’ oggi manca. In cucina le scorciatoie non funzionano”.
Gaglio, “Sicilia è uno scrigno unico di sapori e profumi
Il cibo deve trasmettere gioia e deve essere anche un racconto culturale. “Il cibo è secondo me il trionfo delle identità – è la tesi del giovane chef siciliano – e parlando della Sicilia il trionfo di una storia culturale, che oggi abbiamo grazie alle contaminazioni con tutti i popoli del Mediterraneo che ci hanno donato piante, ricette, fantasia e colori in cucina”.
Un simbolo di questo paradigma. Gaglio non ha dubbi: la pasta con le sarde. “E un tripudio di profumi e sapori, Per farla a regola d’arte serve una regola sopraffina. E’ una pasta così complicata ma allo stesso tempo è una ricetta che se fatta bene restituisce sapori e profumi unici. Parla della Sicilia e parla della nostra cultura attraverso i suoi ingredienti, dallo zafferano al finocchietto selvatico. Parla di montagna e parla di mare. E’ il gusto della nostra terra, per questo è un piatto che non tramonterà a mano. La possiamo rivisitare quanto vogliamo ma la cifra simbolica sarà sempre quella”.
Ecco l’intervista integrale di Gianvito Gaglio a Talk Sicilia.
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