Si tratta di un piatto tipico siciliano cui sembra essere legato un aneddoto (e anche più di uno) divertente, a tratti tragicomico, che evidenzia che una delle peculiarità degli abitanti di questa Isola è stata in passato – ed in molti casi lo è anche oggi – l’arte di arrangiarsi.
Lo testimoniano le numerose pietanze che nascono dall’ingegno delle classi meno abbienti che, non potendosi permettere ingredienti costosi, hanno rivisitato alcune ricette proponendone versioni in cui l’utilizzo di materie prime più economiche non ne ha penalizzato il gusto che, al contrario, in molti casi, è stato, addirittura, esaltato.
E’ questo il caso del caciocavallo all’argentiera, un must della cucina siciliana, al quale fanno riferimento diversi aneddoti. Prima di raccontarveli, però, è doveroso spendere qualche parola per conoscere questo formaggio tipico che “profuma di Sicilia”. Si tratta di un prodotto caseario stagionato a pasta filata, tipico dell’Italia meridionale, prodotto con latte vaccino, caglio, fermenti lattici e sale il cui nome deriva dalla modalità di conservazione ” a cavallo” di una trave per l’essiccazione. Per questo motivo si presenta con due corpi tondeggianti uniti da una strozzatura nel punto di appoggio sulla trave.
Tuttavia, il nome potrebbe anche derivare dall’uso di lavorare la pasta “a cavalluccio” ovvero sulle ginocchia o, ancora, dal marchio di un cavallo che veniva, anticamente, impresso sulle forme di caciocavallo durante il Regno delle Due Sicilie. Un’altra ipotesi, infine, farebbe risalire l’origine della denominazione “caciocavallo” al periodo in cui veniva effettuata la transumanza e dalla consuetudine dei pastori nomadi di cagliare direttamente nei campi il latte munto e di appendere le forme di formaggio, in coppie, a dorso di cavalli per venderli o barattarli nei paesi attraversati. Sebbene quest’ultima ipotesi che collega il nome italiano in qualche modo agli equini, possa apparire piuttosto debole, tuttavia, sembra essere tra le più accolte e quotate.
Tornando alla nostro del caciocavallo all’argentiera, il più noto (e convincente) aneddoto narra la storia di un ricco argentiere palermitano che, caduto in miseria, non potendosi più permettere l’acquisto della carne divenuta, ormai, troppo cara per le proprie tasche, imparò a cucinare il caciocavallo nello stesso modo in cui era solito prepararla.
Il risultato di questa variante, il cui profumo era molto simile a quello sprigionato dalla carne cucinata nella medesima maniera, fu talmente gustoso e accattivante da consentirgli di nascondere, al vicinato pettegolo, le sopraggiunte ristrettezze economiche al punto da continuare a suscitarne l’invidia per i presunti agi.
Di seguito Vi proponiamo la semplice ricetta per preparare questa gustosa pietanza che non ha proprio nulla da invidiare all’equivalente piatto di carne preparato con lo stessa modalità. Potete acquistare online il caciocavallo direttamente dalle aziende siciliane che lo producono artigianalmente.
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