Indaga la polizia

Uccide il padre con un coltello in una macelleria a Piazza Armerina

Un uomo ha ucciso a coltellate il padre all’interno di una macelleria a Piazza Armerina, in provincia di Enna. Non si conoscono ancora le generalità della vittima e dell’omicida, né il movente del delitto.

Secondo le prime informazioni la vittima è un uomo di 53 anni, Armando Lo Monaco, in corso d’accertamento i motivi dell’omicidio.

L’assassino è il figlio Carlo, di 30. L’omicidio è avvenuto all’interno di una macelleria del centro di Piazza Armeria, dove padre e figlio stavano acquistando della carne, alla presenza di altri avventori.

Leggi anche

Mafia, trent’anni fa l’omicidio del poliziotto Antonino Agostino e della moglie Ida Castelluccio

Gli investigatori della squadra mobile stanno cercando di ricostruire la dinamica del delitto attraverso le loro testimonianze.

Secondo gli investigatori Carlo Lo Monaco, che in passato era stato protagonista di alcune violente aggressione, sarebbe affetto da disturbi mentali.

Leggi anche

Omicidio di Piazza Armerina, “Il figlio odiava il padre che si era rifatto una vita in Germania” (FOTO)

Le indagini condotte dagli investigatori della squadra mobile di Enna.

Poche ore prima di uccidere il padre, alla presenza della sorella, Carlo Lo Monaco aveva postato su uno dei suoi profili Facebook alcune frasi scomposte contro i migranti.

Prendevano di mira “poliziotti corrotti”, una psicologa, Richard Gere e i personaggi che, a suo giudizio, lavorerebbero per attuare il “piano Kalergi”. Il piano, che prende il nome da un filosofo austriaco negazionista dell’Olocausto, si basa sulla credenza che esista un complotto per l’incentivazione dell’immigrazione africana e asiatica verso l’Europa.

In un post pubblicato ieri Lo Monaco prendeva di mira anche l’attore americano che aveva visitato i migranti raccolti dalla Open Arms. “Io non chiamerei Richard Gere neanche il mio barboncino…”, scriveva. Per i suoi profili social, il giovane aveva scelto lo pseudonimo Apophis Apep come l’antica divinità egiziana che incarnava il caos.

Nel suo lungo scritto di questa mattina, il giovane si scagliava inoltre contro i “massoni” infiltrati in molti settori, i “poliziotti corrotti” e i giudici che con facilità scarcerano spacciatori di droga. “Siamo in pericolo”, scriveva alla fine auspicando che “dobbiamo essere noi popolo” a scacciare le figure citate nel post.

Leggi l'articolo completo