“Siamo contenti che il presidente Paolo Genco a capo dell’Anfe reg.nale abbia scelto di non inasprire i toni di una vertenza già abbastanza dolorosa riportando nell’alveo della legalità l’operato dell’ente che presiede”.
Così i dipendenti dell’Anfe reg.nale di Enna, che poco prima di capodanno, si erano visti negare due mesi di stipendi, relativi a mensilità arretrate del 2013, perchè avevano osato presentare decreto ingiuntivo per recuperare gli stipendi che avanzano.
“Risolutivo è stato certamente l’intervento dell’assessore regionale alla Formazione, Bruno Marziano che sta dimostrando, non solo grande senso pratico e vicinanza ai dipendenti ma, estremo rispetto delle regole e della legalità. Grazie al suo intervento è stato, infatti, ripristinato la liceità di un diritto, che non solo è quello essenziale della retribuzione ma anche dell’azione legale quando il dipendente non riceve da mesi la giusta retribuzione, come succede per noi dipendenti della Formazione professionale”.
I fatti. Il 31 dicembre scorso i quasi 800 dipendenti dell’Anfe Regionale ricevono due mesi arretrati delle tre mensilità del 2013 che ancora avanzano. Tutti, tranne un gruppo di formatori e tutor, molti dei quali appartengono alla sede dell’ennese. La direzione spiega, all’inizio, che è una decisione della presidenza dell’Anfe che ha stabilito di pagare tutto il dovuto, oltre 16 mensilità arretrare, solo a conclusione dell’iter del decreto ingiuntivo in corso, già deciso favorevolmente dai giudici del Lavoro di Enna. I dipendenti durante un colloquio telefonico con la presidenza ricordano inutilmente che i soldi in questione, gestiti dall’Anfe regionale così come da ogni ente di formazione operante in Sicilia, sono soldi della Comunità Europea e, dunque, soldi pubblici non nella disponibilità personale dei privati. I dipendenti, allora, presentano un esposto all‘Ispettorato del lavoro di Enna dove fanno presente la situazione insieme al fatto che, pur lavorando in ambiti speciali, carceri o con soggetti portatori di handicap, dal 2010 non ricevono più l’indennità di rischio. La situazione sembra essersi arenata quando poi, invece, dopo qualche giorno, la sorpresa di trovare l’accredito sui conti correnti.
“Viviamo ormai da oltre 5 anni con due stipendi l’anno. Una situazione gravissima che finora è passata sotto silenzio. Oggi però ci sentiamo fiduciosi che qualcosa possa cambiare e questo ce lo dimostra anche la prontezza con la quale l’assessore Marziano ha risposto alla nostra richiesta di legittimo aiuto. Siamo tutti padri di famiglia che non vogliamo perdere il posto ma vogliamo tornare ad avere una dignità del nostro lavoro”.