“La solidarietà è nel nostro dna, siamo nati nel 1976 grazie alla visione illuminata di un gruppo di agricoltori, che hanno creduto nella nostra terra, nel sostegno reciproco, e nel più povero, più antico e più generoso degli ingredienti, il grano duro. Per questo noi oggi festeggiamo i nostri quarant’anni aiutando e dicendo grazie a due splendide realtà, La Locanda del Samaritano e la Casa di Toti, che ogni giorno, senza clamore, compiono concrete azioni per alleviare sofferenze e far uscire dal disagio economico e sociale centinaia di persone”.
Così il presidente della cooperativa agricola Valle del Dittaino, Nino Grippaldi ha commentato le iniziative appena avviate per celebrare l’anniversario dei 40 anni di attività dell’azienda: un anno di pane alla Locanda del Samaritano, una struttura di accoglienza che ospita a Catania circa 80 homeless tra uomini, donne e bambini, e un contributo alla costruzione della casa di Toti, il primo albergo etico in Sicilia, che sorgerà a Modica, in provincia di Ragusa, per ospitare e dare lavoro a persone con disabilità.
Alla conferenza stampa erano presenti anche padre Mario Sirica, responsabile della Locanda del Samaritano e Muni Sigona, presidente della Casa di Toti Onlus. “Per noi questo è un momento di festa – ha dichiarato padre Sirica – avere il pane fresco ogni girono sulla nostra tavola non è un fatto scontato, la Pandittaino diventa mediatrice di questo bene essenziale ed è una testimonianza fortissima di un’azienda che festeggia accanto a chi ha perduto tutto”.
La Locanda del Samaritano, nata nel 2010, accoglie e ospita una piccola comunità di sacerdoti, volontari e poveri senza dimora, italiani e stranieri, bambini, ma con uno spirito nuovo: non il solito dormitorio ma uno spazio di condivisione tra persone che vogliano reinserirsi nella società e nel lavoro. Un’accoglienza gratuita, senza alcuna convenzione pubblica, che si regge sulla generosità dei cittadini. Tra i progetti personalizzati, anche TeleStrada Press, il giornale dei senza dimora, progetto autofinanziato, che ha il fine di garantire una possibilità di reinserimento a persone uscite dal mercato del lavoro e a reddito zero.
“La casa di Toti” comunità per disabili è il secondo progetto che la cooperativa Valle del Dittaino ha deciso di sostenere. Nata da un sogno di Maria “Muni” Sigona e Michele Lanza, genitori di Toti, un ragazzo di 17 anni affetto dall’età di 2 anni da una rara forma di autismo.
“Toti è stato assistito da due ragazzi provenienti dalla Locanda del Samaritano, Ebrima e Ali, segno che dall’esclusione sociale si può uscire – ha ricordato Muni Sigona – il progetto è l’idea che tante persone con disabilità psichiatrica, dal presente difficile e un futuro ancora più incerto, possano svolgere la propria quotidianità in un luogo diverso dalle strutture specializzate, più familiare e accogliente, che sia allo stesso tempo protetto e attrezzato, con personale qualificato”. E così, mettendo a disposizione l’antica casa di famiglia, una masseria del Settecento, immersa nella campagne iblee, Muni Sigona e il marito hanno gettato le basi per realizzare il primo albergo etico in Sicilia. “Grazie alla Valle del Dittaino e a tante altre imprese dal cuore grande – ha proseguito – spero che questo sogno possa diventare realtà nel giro di tre anni”.
“Quarant’anni sono una tappa, un momento celebrativo, nel quale con orgoglio rivendichiamo il diritto di fare impresa in Sicilia in maniera solidale, cooperativistica e con uno sguardo attento alla valorizzazione delle realtà sociali e produttive della nostra terra – ha aggiunto il presidente Grippaldi – ma sono anche un trampolino e guardiamo al futuro. Sulla sicurezza alimentare, sulla tracciabilità e sui i valori del buon cibo siciliano noi possiamo dire la nostra, attraverso anche un’opera di valorizzazione delle competenze acquisite”.
Nell’azienda di Assoro, nata il 22 maggio del 1976 per volontà di 23 agricoltori dell’ennese, ora diventati 45, oggi si produce fino a 20 quintali di farina all’ora, e grazie a quattro linee di panificazione in continuo, si producono fino a 26 quintali di derivati della farina in 60 minuti, per una produzione media totale di circa 200 quintali di pane al giorno con punte di 300 quintali.
“Come refrain abbiamo usato il termine Criscenti – ha concluso Grippaldi – inteso come lievito madre, alla base del nostro pane di grano duro, ma anche come aggettivo perché siamo cresciuti per quarant’anni e vogliamo continuare a farlo credendo e investendo nella propria terra”.
Commenta con Facebook