Avrebbero frodato sui ticket ospedalieri dell’Asp di Enna per 700 mila euro, così i rappresentanti di una società di Catania, affidataria del servizio integrato di gestione Cup-Call center-Riscossione ticket dell’Asp 4 di Enna, hanno subito un provvedimento di sequestro preventivo di denaro, beni e automobili, per diverse centinaia di migliaia di euro, emesso dal Gip.
Le indagini sono state avviate alla fine del 2016, dopo una serie di segnalazioni e denunce alla Procura, per l’ipotesi di peculato ai danni dell’Asp. La misura è stata eseguita dalla Sezione reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione della squadra mobile, e dalla Sezione mobile del nucleo polizia economica-finanziaria della Guardia di finanza.
Il sequestro riguarda una villa 200 metri quadri, 8 vani a Tremestieri Etneo (CT), un orologio d’oro Cartier, un’autovettura Fiat 500, 13 quote di partecipazione in 8 società, variamente ripartite, intestate agli indagati. 25 rapporti bancari tra conti correnti, depositi, titoli, fondi azionari, disseminati in 8 banche, per un valore
complessivo di quasi 450 mila euro.
Il sequestro preventivo è stato eseguito nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura di Enna. Tre persone, C. G. M. I., 43 anni di Tremestieri Etneo (CT), amministratore della società affidataria del servizio di gestione integrata del Cup – Call Center – Riscossione Ticket dell’ASP di Enna; C. O. D., 34 anni e R. F., 30 anni di Tremestieri Etneo (CT), marito e moglie, entrambi “gestore di fatto” della società affidataria del servizio di gestione integrata del Cup sono accusati di peculato aggravato continuato commesso nel corso del 2016.
L’ammanco sarebbe di quasi 700 mila euro, solo nel 2016. A segnalare i fatti e a presentare la denuncia è stata la stessa Asp nel novembre del 2016.
Gli indagati inviavano all’Asp le ricevute di bonifici mai effettuati in un conto corrente dove confluiscono migliaia di
bonifici. Dunque , secondo gli inquirenti molto complesso individuare gli ammanchi a prima vista. Il Servizio competente dell’ASP, dopo aver proceduto a diffidare la società affidataria del servizio, che versava sempre in ritardo confondendo ulteriormente i funzionari, ha avviato una serie di controlli.
In effetti, la società affidataria del servizio inviava regolarmente all’ASP copia delle disposizioni di bonifico, “apparentemente” regolarmente quietanzate; ma i controlli hanno svelato la totale mancanza di versamenti.