“Rispetto al nostro dipendente, un operatore socio sanitario e reo confesso per l’abuso sessuale nei confronti di una nostra assistita, sono già in corso i necessari provvedimenti disciplinari da parte dell’Istituto”. E’ la reazione della direzione sanitaria dell’Ospedale Classificato Oasi Maria SS. Troina dopo l’arresto di un dipendente accusato di violenza sessuale nei confronti di una paziente disabile, ora incinta.
Una storia squallida e drammatica, così la definisce la direzione sanitaria della struttura sanitaria che si trova nell’Ennese che si congratula e ringrazia la Polizia di Stato e la Procura di Enna che ha seguito le indagini. “Una svolta che ha certamente alleggerito il clima di sospetto – dice in una nota la direzione sanitaria dell’Oasi – che in questi giorni si stava diffondendo sia tra gli operatori della struttura, sia tra le tante famiglie legittimamente preoccupate e che vedono nel nostro Istituto un punto di riferimento per la gestione e l’umanizzazione delle cure”.
Un fatto grave che coinvolge la prima volta in 65 anni di vita l’Oasi. “L’Istituto – precisa il direttore -, non appena ha accertato lo stato di gravidanza della propria assistita nell’ambito dei controlli sanitari sui propri pazienti, ha immediatamente informato la famiglia e denunciato il grave fatto alle forze dell’ordine. Con i genitori dell’assistita è stato deciso il percorso da adottare e sin da subito ci siamo messi a loro disposizione per qualsiasi bisogno, anche futuro, della ragazza e del nascituro. La ragazza è ancora ospite da noi, segno della fiducia della famiglia verso la nostra struttura.
“Comprendiamo lo sconcerto delle famiglie – dice il presidente dell’Istituto Don Silvio Rotondo – che è anche il nostro e per i loro parenti qui ricoverati. Vogliamo rassicurare tutti che questo episodio va considerato un unicum che non può intaccare il lavoro professionale di tanti nostri operatori e per tanti anni. Come le nostre famiglie sanno noi ci facciamo carico dei nostri ospiti per ogni cosa, soprattutto per rendere la loro vita più serena.
Voglio sottolineare che nel nostro Istituto spesso sono presenti ricoverati che altre strutture con difficoltà riescono a prendere in carico. Mai i nostri ospiti hanno lamentato fatti del genere e, tranne in questo periodo di Covid, le famiglie possono sempre venire a trovare i loro cari e sono sempre in contatto con i nostri operatori”.
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