La Sicilia protagonista assoluta nella voce e nelle note di Carmen Consoli, che con “Terra ca nun senti”, il concerto che ha dato il nome al suo tour mondiale, chiude la quarta edizione del Barbablù Fest, il festival prodotto e realizzato da “Terzo Millennio Progetti Artistici”, nato da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco, con la direzione artistica di Alberto Samonà. Domenica 11 agosto alle 20.30 nell’Area Archeologica di Morgantina, il concerto-evento con cui Carmen Consoli ha omaggiato la tradizione musicale siciliana lo scorso anno al Teatro Greco di Siracusa, in partenza da New York il 22 maggio, poi negli Stati Uniti (San Francisco, Los Angeles, Miami), Canada (Montreal), Spagna.
La scaletta del concerto è composta da brani tradizionali siciliani oltre che da canzoni di artisti siciliani come Franco Battiato, Rosa Balistreri e la stessa Consoli; l’insieme compone una grande narrazione in note, filtrata dallo sguardo e dalla sensibilità di Carmen Consoli.
Con lei sul palco ci saranno Gemino Calà ai flauti etnici, Valentina Ferraiuolo al tamburo a cornice e percussioni, Marco Siniscalco al basso e contrabbasso, Puccio Panettieri alla batteria, Adriano Murania al violino e chitarra acustica e l’inseparabile Massimo Roccaforte alle chitarre e mandolino. Il tour è prodotto e organizzato da OTRlive
Un’esibizione straordinaria, capace di ammaliare e coinvolgere il folto pubblico accorso giovedì 8 agosto all’Area Archeologica di Morgantina per il sesto appuntamento del Barbablù Fest. Protagonista della serata il pianista Danilo Rea, che ha incantato gli spettatori con il suo talento versatile e la sua innata capacità di improvvisazione.
Sono stati tanti gli spettatori che hanno riempito l’anfiteatro per assistere ad uno show dinamico e sorprendente, in cui Rea ha spaziato abilmente tra generi e repertori, spinto solo dalla sua fervida fantasia. Dai classici del jazz fino alle arie d’opera, passando per le più celebri canzoni della musica italiana, le melodie si sono susseguite in un flusso continuo, prendendo forma directly sotto le dita del musicista. “Io improvviso sempre durante i concerti – aveva dichiarato Rea prima dell’esibizione – odio avere una scaletta. Nulla è già deciso: per me un concerto è come un salto in un mondo che ti si apre strada facendo. È un po’ come raccontare una storia, cercando di costruirla parola dopo parola, e trovando spunti per reinventarla ancora, sempre viaggiando melodicamente sul filo dei ricordi comuni”.
Danilo Rea nasce a Vicenza nel ’57, ma la sua storia in musica nasce a Roma, sin dalla sua tenera età. E la passione diventa studio al Conservatorio di Santa Cecilia, dove si diploma e insegna nella cattedra di jazz fino al 2017. Studi classici, rock e pop influenzano la sua formazione e convergono attraverso il jazz, la sua vera passione: melodia e improvvisazione. Esordisce con lo storico Trio di Roma con Pietropaoli e Gatto; parallelamente accompagna come pianista i più importanti cantautori italiani: Mina, Paoli e collabora con Baglioni, Pino Daniele, Modugno, Mannoia, Cocciante, Zero, Morandi e Celentano. Suona al fianco dei più grandi nomi del jazz come Baker, Konitz, Grossman, Berg, Woods, Brecker, Oxley, Lovano, Barbieri, Romano, Mehldau, Pérez, Camilo, Bacalov.
Tra i suoi ultimi live si afferma il progetto “La Grande Opera in Jazz”, dove reinterpreta i grandi temi operistici affiancato dalle stelle del canto. Un’esperienza straordinaria per riscoprire le meraviglie del melodramma italiano in una chiave di lettura innovativa, che grazie alla tecnologia, porta nuovamente nei teatri le voci dei grandi cantanti lirici del ‘900.