Le segreterie provinciali di Enna e gli Rsu di Cisl Fp, Fials, Fsi, Nursind, Ugl si sono rivolti alle autorità competenti su una serie di presunte violazioni all’Asp di Enna. La decisione arriva dopo avere deciso di interrompere le relazioni sindacali con l’Asp per dei fatti ritenuti gravi avvenuti nelle sedute del 16 e del 22 agosto. Fatti che sono stato oggetto di due precisi esposti alle autorità competenti visto che gli strumenti del dialogo a nulla sono serviti.
Un provvedimento dell’Asp infatti favorirebbe una trentina di “eletti” a discapito di tutti i 1.200 dipendenti dell’azienda sanitaria. È quanto denunciano i sindacati Nursind, Cisl Fp, Fials Confsal, Ugl e Fsi in merito alla scelta dei vertici dell’Asp che hanno dato il via libera a tutta una serie di incarichi e progetti affidati a pioggia “senza alcun criterio, senza minimamente indicare come garantire le urgenze, specialmente nei reparti a rischio degli ospedali”.
Un’operazione da circa 80 mila euro che premierebbe solo una trentina di persone. Per questo le sigle hanno presentato un esposto tra l’altro per “comportamento antisindacale e perché si evince un interesse personale in atti pubblici”. A denunciarlo sono Milko Pavone del Nursind, Angelo Pirrera della Cisl Fp, Salvatore Mancuso Prizzitano del Fials Confsal, Liborio Fiammetta dell’Fsi e Francesco Albano dell’Ugl.
La scelta dell’Asp è frutto di un accordo con una minoranza di sigle. Al contrario Nursind, Cisl Fp, Fials Confsal, Ugl, Fsi, avevano proposto di varare le progressioni orizzontali, ovvero una sorta di aumento intermedio della retribuzione di tutti i 1.200 dipendenti dell’Asp distribuendo 210 mila euro. E a dire il vero è questo il percorso su cui i sindacati hanno lavorato per mesi e mesi a partire dal 2016, per una nuova progressione a otto di distanza dall’ultima datata 2009. L’iter è stato però rallentato dai sindacati che puntavano all’altra misura, quella delle posizioni organizzative, incarichi che avrebbero interessato pochi dipendenti.
“Tutto questo – spiegano i sindacati – senza tenero conto dell’espressione degli Rsu pienamente legittimate al tavolo, hanno stravolto quanto concordato. Abbiamo chiesto che fossero registrate e rese pubbliche tutte le riunioni di delegazione trattante – proseguono i sindacati -non possiamo continuare a vedere palesi falsità annunciate quali atti di utilità collettiva quando invece portano sempre benefici economici sempre ai soliti noti, che tra l’altro avendo incarichi sindacali o politici per legge sono palesemente incompatibili. Non chiediamo nulla se non il ripristino delle regole e il sostegno dei lavoratori. Non è una battaglia per fini personali e a prova di ciò invitiamo, per chi avesse ancora qualche dubbio, a leggere personalmente i verbali di delegazione trattante pubblicati sul sito intranet aziendale”.
E nell’integrazione all’esposto le sigle ribadiscono che “i regolamenti sulle posizioni organizzative e sui coordinamenti, sono ritenuti illegittimi non solo per le evidenti violazioni al dettame normativo e contrattuale, ma perché danno ulteriore forza, se non prova, al sospetto che tali atti siano stati confezionati su misura per qualcuno e non per gratificare chi legittimamente è in possesso dei requisiti previsti o è nelle condizioni di legge per poterne usufruire”. I sindacati aggiungono infine che “da anni il pronto soccorso dell’ospedale di Enna è in grave sofferenza, basti vedere i tempi di attesa e i sacrifici ai cui sono chiamati gli operatori, invece senza la presenza di chi rappresenta la maggioranza dei lavoratori sono stati proposti regolamenti ritenuti difformi da quelli già in essere e che sono oggetto di segnalazione alle autorità per verificare se il sospetto di qualche interesse privato, specie in questo periodo elettorale abbia influenzato tale scelta”.
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