Dopo l'autopsia

Allevatore ucciso nell’Ennese, l’inchiesta si allarga

  • La squadra mobile di Enna valuta altre ipotesi investigative
  • Dall’autopsia sono emerse numerose lesioni interne riconducibili ad un pestaggio
  • Si attendono ulteriori accertamenti  sul cellulare dell’allevatore e su un maglione
  • Ma ad ora, le persone iscritte nel registro degli indagati rimangono cinque

L’inchiesta sull’omicidio dell’allevatore Salvatore Blasco, 55 anni, si allarga. Il corpo dell’uomo era stato trovato lo scorso 24 febbraio nelle campagne di Nicosia in provincia di Enna.
Nelle scorse settimane, dopo il deposito della perizia autoptica la procura di Enna aveva iscritto nel registro degli indagati 5 persone.

Squadra mobile valuta altre ipotesi investigative

Adesso con il deposito delle analisi scientifiche sui reperti biologici e le altre tracce rilevate sul corpo dell’allevatore, sulla scena del delitto e sull’auto dell’uomo, la squadra mobile di Enna, diretta da Vincenzo Perta, sembra stia valutando, oltre alla pista del contrasto tra allevatori, anche altre ipotesi.

Autopsia ha confermato morte violenta

Dopo il ritrovamento del corpo di Blasco a poche centinaia di metri dalla casa rurale che si trova nella sua azienda, il primo esame medico legale aveva confermato la morte violenta escludendo, dunque, l’ipotesi di un malore o di una caduta accidentale.

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Sul cadavere, che era stato trovato in un terreno di sua proprietà da un dipendente, non erano presenti ferite da armi da fuoco o da taglio, ma dall’autopsia erano emerse numerose lesioni interne riconducibili ad un pestaggio presumibilmente portato a termine da più persone.

Si attendono accertamenti su cellulare allevatore

Sembra che particolarmente interessanti siano risultati i reperti rinvenuti su un maglione. Si attende adesso l’esito degli accertamenti sul cellulare dell’allevatore per ricostruire tutti i contatti avuti non solo il giorno del delitto, ma anche nelle settimane precedenti.

Indagati per ora rimangono cinque

Al momento, comunque, gli indagati rimangono le 5 persone, tutte di Nicosia, raggiunte da avviso di garanzia a fine giugno.

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