Creare uno scalo alternativo intercontinentale, un vero e proprio hub, nell’area centro-orientale della Sicilia, tra le province di Enna e Catania, potrebbe non solo risolvere le criticità di Fontanarossa ma dell’intero sistema dei trasporti isolani anche in funzione dell’imminente potenziamento della rete ferroviaria Palermo-Catania”. Lo dice Fabio Venezia parlamentare regionale del Partito Democratico sulla base di un primo studio effettuato dall’Università Kore di Enna. Un tema lanciato da ViviEnna e da li rimbalzato sui tavoli della politica.
Il piano di Confindustria
Il parlamentare regionale del Pd, Fabio Venezia, rispolvera una vecchia idea di Confindustria, rilanciata un paio di mesi fa da ViviEnna, che portava la firma dell’allora vicepresidente nazionale, il siracusano Ivan Lo Bello, sull’ipotesi di uno scalo internazionale al centro della Sicilia con l’obiettivo di portare in Sicilia circa 30 milioni di passeggeri l’anno. Attualmente, considerando tutto gli aeroporti dell’isola, a stento di arrivo a 10 milioni.
“Negli anni passati – aggiunge – anche Confindustria Sicilia paventò l’idea di realizzare un grande scalo aeroportuale nella Sicilia centrale che avrebbe dovuto aumentare, in modo esponenziale, il numero di passeggeri e candidare la Sicilia a snodo principale del Mediterraneo con un hub intercontinentale capace di indirizzare il traffico verso le destinazioni dell’area mediterranea, del Medio Oriente e del sud del mondo”.
I limiti dello scalo di Catania
Di recente, un docente della Kore, il professor Giovanni Tesoriere, ha evidenziato i limiti strutturali dell’aeroporto Fontanarossa di Catania, al netto dei problemi che porta l’Etna, tutte le volte che c’è un’attività vulcanica.
“I vari interventi strutturali effettuati all’aeroporto di Catania non sono riusciti a superare le varie criticità dello scalo, a cominciare dall’eccessiva vicinanza al vulcano Etna, che costantemente con le sue eruzioni e altre attività naturali (emissione di cenere vulcanica), impone, a volte per ore e a volte per più giorni se non settimane, la chiusura dell’aeroporto o comunque un suo funzionamento a singhiozzo che determina il dirottamento dei voli su altre aerostazioni o nei casi peggiori l’annullamento delle partenze causando gravi disagi ai passeggeri”.
“Regione affidi studio fattibilità” dice Venezia
“Il Governo regionale, cosi come stabilito dall’articolo 80 della Legge regionale 16 aprile 2003, n. 17, attivi tutte le procedure per l’affidamento dell’incarico dello studio di fattibilità e del progetto di massima, finalizzato alla realizzazione dell’aeroporto intercontinentale del Mediterraneo, da allocare nell’area centro orientale della Sicilia. E’ necessario aprire un tavolo di confronto con il governo nazionale ed in particolare con il Ministero per le Infrastrutture ed i Trasporti – continua Venezia – considerando che tale materia rientra tra quelle che la Costituzione assegna alla competenza concorrente tra Stato e Regione, istituendo un GAT (Gruppo di Azione Territoriale) che coinvolga tutti gli enti e i soggetti pubblici e privati potenzialmente interessati alla realizzazione dell’opera che possa farsi carico di attivare le propedeutiche interlocuzioni con le competenti autorità di controllo (ENAC ed ENAV)”.
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