“In questo 19 luglio 2024, a 32 anni da quella terribile strage, oltre la retorica delle Fiaccolate e delle inflazionate parole sulla Memoria, resta del tutto inevasa la richiesta di verità e giustizia sui mandanti del massacro di Paolo Borsellino e della sua scorta. Non basta “ricordare” Via D’Amelio, ma bisogna capire ciò che avvenne e perché avvenne. E sopratutto sapere da che parte stare, senza se e senza ma.

Per questo non parteciperemo a rituali nei quali non riusciamo più a riconoscerci. La nobile figura di Paolo Borsellino e la sua memoria vanno rispettate, iniziando con non “rileggittimare” figure oscure della Trattativa. Per questo noi non possiamo non sostenere l’irriducibile richiesta di verità di Salvatore Borsellino e di chi non si è ancora arreso a quelle forze, non solo mafiose, che hanno venduto la vita di Paolo e che lo hanno prima abbandonato e poi tradito, determinandone la morte e impedendo con ogni mezzo l’accertamento della verità sul suo massacro. E non sono mafiosi ma magistrati, poliziotti, carabinieri e uomini dei servizi segreti.

Il movimento Indipendenza rilancia la battaglia irriducibile per smascherare definitivamente mandanti e beneficiari “politici” di quella morte. Molti nomi li conosciamo e, al di là delle sentenze di assoluzione di uno Stato che non vuole condannare sé stesso, sono personaggi, scomparsi o ancora in vita, che hanno guadagnato il nostro eterno disprezzo per aver tradito Paolo Borsellino e per aver coperto le vere responsabilità e le vere motivazioni del suo massacro.”

Così hanno dichiarato Gianni Alemanno e Fabio Granata, Segretario nazionale e Responsabile Dipartimento Cultura e Legalità del Movimento Indipendenza

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