“Trentun’anni sono passati dal giorno dell’ attentato in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. Duri colpi sono stati inferti alla mafia, grazie all’impegno dello Stato e alla rinascita di una coscienza civile che, dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio, è diventata patrimonio comune di un intero Paese. Tanto però resta da fare. E lo strumento principale per liberarsi dal cappio mafioso è sempre quello del lavoro, che sia sicuro, vero e dignitoso”. Così dichiara il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio, che aggiunge: “La memoria e il ricordo dei servitori dello Stato, tragicamente e vilmente uccisi dalla mafia, vanno onorati con azioni concrete, con senso del dovere e senso di responsabilità. La mafia va combattuta quotidianamente affermando la cultura della legalità e della giustizia, il valore della libertà e la centralità del lavoro. Occorre tenere sempre alta la guardia, non dimenticare mai, non piegarsi mai, continuare a combattere ogni giorno contro tutte le mafie”. 

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