“La Segreteria Provinciale del SIAP di Catania prende posizione sul recente scandalo mediatico che ha travolto le forze dell’ordine italiane impiegate nei centri internazionali di gestione del fenomeno migratorio a Shengjin e Gjader, in Albania. L’episodio è stato innescato da un reportage di un’emittente locale albanese che, attraverso telecamere nascoste, ha diffuso presunte dichiarazioni di poliziotti italiani, suggerendo che i nostri uomini vivano una ‘dolce vita’ durante le missioni.

Non conosciamo né i contesti né le modalità con cui sono state raccolte queste dichiarazioni, ma sappiamo bene quali siano le reali condizioni dei nostri colleghi, in particolare del personale del X Reparto Mobile di Catania, che proprio oggi ha visto partire un terzo contingente per l’Albania, dopo quelli inviati ad agosto e novembre 2024.

La realtà è ben diversa dalle immagini edulcorate trasmesse dall’emittente albanese. Gli operatori italiani sono impiegati per 35 giorni consecutivi, senza alcuna possibilità di rientrare in Italia, nemmeno in caso di gravi emergenze familiari. Alloggiano in strutture sbandierate come 5 stelle lusso, in realtà, come svelato dal Segretario Generale del SIAP Giuseppe Tiani, si rivelano equivalenti a modesti hotel tre stelle italiani. Inoltre, queste strutture sono situate lontano dai centri migranti, obbligando il personale a lunghe e stressanti trasferte quotidiane.

La situazione logistica e sanitaria è altrettanto preoccupante. Non sono rari i casi di problemi intestinali tra gli operatori, verosimilmente legati a contaminazioni alimentari. I prezzi al consumo, inclusi beni indispensabili come l’acqua minerale, sono spesso più alti rispetto all’Italia, aggravando il peso economico della trasferta.

Un aspetto ancora più grave è legato alle indennità di missione. I compensi, anziché essere corrisposti tempestivamente, subiscono ritardi di mesi: il primo contingente del Reparto Mobile di Catania, partito ad agosto 2024, non ha ancora ricevuto il saldo previsto. Questo obbliga i poliziotti a sostenere spese significative di tasca propria, sottraendo risorse alle loro famiglie, che continuano ad affrontare i costi della vita quotidiana in Italia.

La normativa prevede la possibilità di un anticipo sulle indennità di missione, ma tale importo è stato ridotto al 50% con una recente circolare ministeriale specifica per la missione in Albania. Per il personale del Reparto Mobile di Catania, tuttavia, l’importo anticipato è stato inferiore di oltre il 30% rispetto a quello concesso agli altri reparti della Polizia Italiana impiegati in territorio albanese. Nonostante le numerose segnalazioni e il sostegno della Segreteria Nazionale SIAP, che aveva ottenuto l’impegno da parte del Dipartimento di P.S. di un monitoraggio specifico, l’odierna partenza del contingente catanese conferma che quelle promesse erano solo parole al vento.

La Polizia di Stato continua ad essere l’unico datore di lavoro in Italia che può permettersi di imporre migliaia di ore di lavoro straordinario senza retribuirle. Ora sembra che l’immagine dell’Italia all’estero debba essere finanziata anche dalle tasche delle famiglie dei poliziotti.

La Segreteria Provinciale SIAP Catania ribadisce con forza: noi non ci stiamo! Chiediamo rispetto delle norme e pari condizioni per i nostri colleghi, che ogni giorno rappresentano l’Italia con sacrificio e professionalità, in Patria e all’estero”.


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