Schiavitù e santità nera. Termina oggi a Palazzo Steri la due giorni dedicata a San Benedetto il Moro

Studiosi provenienti da Università italiane, brasiliane, messicane e alte cariche del clero, hanno dato vita per due giornate al Convegno internazionale di Studi dedicato a San Bendetto il Moro. L’evento si è svolto sotto la direzione scientifica della storica Giovanna Fiume. I lavori della prima giornata hanno avuto luogo ieri alla Facoltà Teologica di Sicilia e sono terminati oggi alla Sala Magna dello Steri.

  Il convegno, dal titolo “Schiavitù e santità nera. A 500 anni dalla nascita di Benedetto il Moro” è stato promosso dai Frati Minori di Sicilia in collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo e la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia e il sostegno di Sicilbanca e Fondazione Sicana. 

Le celebrazioni per i 400esimo anniversario della scoperta delle reliquie di monte Pellegrino, attribuite dalla chiesa palermitana nei concitati giorni della peste a santa Rosalia, hanno messo in sordina l’anniversario, ugualmente importante, che il convegno ha voluto ricordare.  

Si tratta proprio dei 500 anni dalla nascita di San Benedetto il Moro, compatrono della città di Palermo, santo siciliano con la pelle nera e figlio di schiavi, la cui devozione è arrivata fin oltreoceano.


Giovanna Fiume, Storica e coordinatrice scientifica del convegno: 

“La necessità della Chiesa di averlo santo proviene dalla sempre maggiore presenza di africani schiavi che la tratta negriera conduce in Spagna e Portogallo e, da qui nel ‘Nuovo mondo’. Le confraternite organizzate dagli schiavi africani, il cui contingente raggiunge tra XVII e XVIII secolo cifre sempre più consistenti, richiamati dalla forte domanda di forza lavoro nelle miniere, nelle piantagioni e nel servizio domestico, gli intitolano altari e celebrano feste annuali con moduli stilistici influenzati dalla cultura africana. Mentre a Palermo nel 1652 il Senato cittadino lo elegge patrono e suo avvocato celeste, nelle lontane Americhe San Benito de Palermo in area ispanica, São Benedito o Preto (il Nero) in area lusofona, facilita l’opera di evangelizzazione degli schiavi africani condotta dai missionari: dagli altari uno schiavo dalla pelle nera indica un modello di santità incentrato sull’umiltà, l’obbedienza, l’amore tra le classi e le razze in un contesto di duro sfruttamento e di schiavitù” 

Massimo Fusarelli, Ministro generale dei Frati minori di Sicilia:

“Confesso che mi avete dato l’occasione di incontrare san Benedetto il Moro e di conoscerne qualche tratto. Ne sono molto stupito e edificato. Non lo conosciamo ed è un gran peccato. Vedo con i miei occhi la devozione per lui e soprattutto in Brasile e in altri paesi di America Latina, dove mai manca la sua immagine nelle chiese e non solo. Si tratta senz’altro di una sorta di identificazione dei poveri con lui. Non solo, lo Spirito creatore sa come dispiegare la testimonianza dei santi, oltre loro stessi, perché la loro vita li trascende e ne fa un segno della vita nuova di Cristo che anticipa il rinnovamento universale di tutte le cose. Vi auguro di fare di questo centenario un cammino di rivisitazione del carisma, con dei segni concreti di scelte e di vita. Ricostruire la chiesa che custodisce le sue spoglie non basta se insieme non si ricostruisce quella casa che siamo noi, la nostra vita di uomini, di fratelli e minori e insieme la casa della convivenza sociale e religiosa della bella città di Palermo. Possa san Benedetto sostenere il cammino di continua ripresa e rinascita di Panormus, con l’apertura che le appartiene e che è garanzia di vita e di futuro”.

Roberto Lagalla, Sindaco di Palermo:

“Rivolgo il mio ringraziamento nei confronti dei Frati Minori di Sicilia per l’organizzazione di questo convegno internazionale, un’occasione di studio e di confronto che celebra i 500 anni dalla nascita di San Benedetto il Moro, in un anno molto importante per la Città di Palermo che festeggia anche la sua altra protettrice, Santa Rosalia, e i 400 anni dal ritrovamento delle sue reliquie nel monte Pellegrino. Saranno due giorni di contributi di grande attualità, perché San Benedetto il Moro deve essere ancora oggi figura di grande ispirazione, perché già in vita veniva considerato un santo per la sua generosità, recandosi nei quartieri più difficili e poveri di Palermo per fare beneficenza”.

Giuseppe Di Forti, Presidente di Sicilbanca e Fondazione Sicana:

«Siamo lieti di aver sostenuto un evento di così grande importanza religiosa e culturale, dedicato alla figura di San Benedetto il Moro, i cui valori di spiritualità e umiltà sono profondamente radicati nella storia e nell’identità siciliana. Attraverso Fondazione Sicana, ci impegniamo a promuovere iniziative che valorizzino il patrimonio culturale e favoriscano il dialogo interculturale, elementi essenziali per una piena comprensione delle dinamiche storiche e contemporanee. Questo convegno rappresenta un’occasione preziosa per approfondire il significato della “santità nera” e della schiavitù, non solo nel contesto storico, ma anche in quello attuale. Siamo convinti che questi temi possano offrire un contributo significativo alla ricerca storica sul nostro territorio e all’arricchimento del dibattito culturale».

Ufficio stampa: Annalisa Castiglione – 3341692582


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