“La povertà invisibile è una condizione spesso trascurata, ma profondamente radicata nelle società moderne. Non si manifesta necessariamente con l’indigenza estrema o con segni visibili di privazione, ma è una condizione che colpisce chi non riesce a soddisfare appieno i propri bisogni essenziali, nonostante possa sembrare economicamente stabile. Questa forma di povertà colpisce fasce di popolazione insospettabili, creando una frattura tra la realtà percepita e quella effettiva. I soggetti colpiti sono sopratutto lavoratori poveri, famiglie monoparentali, giovani precari, anziani, donne; mentre le cause sono rintracciabili nella precarietà professionale, aumento del costo della vita, politiche di welfare inadeguate, stereotipi sociali e mancato accesso alla tecnologia. Con effetti sociali e personali spesso devastanti: dall’impatto psicologico negativo alle limitazioni economiche, dall’esclusione sociale alla instabilità familiare. Per questa ragione il Centro Studi Iniziativa Comune reputa molto pericoloso l’evolversi della povertà invisibile, fenomeno peraltro in diffusione in molte regioni italiane, e sopratutto in quelle dove il tasso di occupazione è storicamente più basso e il lavoro nero più diffuso. Cosa fare, dunque? Partendo dal presupposto che la povertà invisibile rappresenta una sfida complessa e spesso trascurata, è fondamentale che le politiche sociali si adattino alla realtà moderna, riconoscendo che non è solo l’assenza di lavoro a generare povertà, ma anche la qualità del lavoro e l’accesso alle risorse fondamentali. C’è bisogno in Italia di una nuova visione del welfare, in grado di rispondere alle esigenze di chi, pur lavorando, non riesce a uscire dal ciclo della povertà. Questo potrebbe includere un miglioramento delle condizioni salariali, un maggiore supporto alle famiglie, e politiche che garantiscano l’accesso a servizi essenziali come sanità e istruzione. Solo così possiamo sperare di ridurre un fenomeno che, sebbene invisibile, colpisce sempre più persone e minaccia il benessere e la coesione delle nostre società”.
Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.
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