Il 13 marzo del 1991 viene ucciso a Catania dalla mafia il direttore della Banca Popolare di Belpasso Antonino Ludovico Bruno; il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende commemorarlo attraverso l’elaborato di Alessandro Verzino della classe III sez. G del liceo scientifico Filolao di Crotone.
“La morte di Antonino Ludovico Bruno è una tragica testimonianza dei danni inflitti dalla mafia alla società. Direttore della Banca Popolare di Belpasso, la sua vita fu spezzata brutalmente il 13 marzo 1991, vittima di un’aggressione pianificata dalla cosca Pulvirenti. I responsabili, due tossicodipendenti incaricati di estorcere denaro, commisero un omicidio che non solo privò la comunità di un individuo prezioso, ma rivelò la violenza e l’ingiustizia perpetrate da coloro che operano al di là della legge.
Il pestaggio che ha portato alla morte di Antonino Bruno non può essere considerato solo un tragico incidente, ma piuttosto un atto deliberato di violenza condotto da individui senza scrupoli. Utilizzare tossicodipendenti come esecutori materiali dimostra la disumanizzazione e l’assenza di qualsiasi rispetto per la vita umana da parte della mafia, che sfrutta le debolezze delle persone per i propri fini nefasti.
Ma la morte di Antonino Bruno non è solo una tragedia individuale: è un simbolo delle insidie e delle minacce che la criminalità organizzata rappresenta per la società. La rapina organizzata alla Banca Popolare di Belpasso, fu condotta come un’operazione militare e rivela la brutalità e la spregiudicatezza dei criminali che agiscono con totale disprezzo per la legge e per la vita degli altri.
È evidente che dietro queste azioni si cela il tentacolo corrotto della mafia, capeggiata da individui come Giuseppe Pulvirenti, i quali non esitano a usare la violenza più estrema per perseguire i propri interessi. La rapina e l’omicidio di Antonino Bruno sono solo due episodi di un lungo elenco di crimini commessi da questa organizzazione criminale, che semina terrore e distruzione ovunque.
La morte di Antonino Bruno dovrebbe essere un monito per la società intera: dobbiamo condannare senza riserve la mafia e tutte le sue manifestazioni, e lavorare instancabilmente per sradicare questa piaga che affligge il nostro tessuto sociale. La giustizia deve prevalere, affinché le vittime come Antonino Bruno possano ottenere la pace che meritano e affinché la nostra comunità possa vivere libera dalla minaccia della criminalità organizzata.”
Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani ricorda oggi Antonino Ludovico Bruno;, persona onesta e retta, che non si piegò alle violenze e intimidazioni dei clan. Una Persona comune che dimostrò di possedere dignità e coraggio fuori dal comune. Una persona comune che ha contribuito con il suo esempio ad arricchire il significato della parola ” libertà ” e che ha determinato un cambiamento nella mentalità collettiva in funzione di una maggiore consapevolezza del fenomeno mafioso e della sua pericolosità. Ecco, noi oggi commemoriamo con commozione una persona comune, ma un cittadino di raro spessore.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU