È stato presentato questa mattina a Villa Magnisi, sede dell’ordine dei medici di Palermo, il concept del Poly-Clinic Techno Boat (PCTB), una nave poliambulatorio all’avanguardia, che unisce innovazione, sanità e alta tecnologia con una missione profondamente umanitaria. 

Obiettivo: rispondere ai bisogni sanitari globali, con particolare attenzione al bacino del Mediterraneo e alla fascia costiera circum-africana.

L’incontro è stato aperto dal presidente dell’Omceo Palermo, Toti Amato, e dall’on. Erica Mazzetti, presidente dell’intergruppo parlamentare Riprogettiamo l’Italia.

Il PCTB è il risultato di un avanzato lavoro di ricerca e sviluppo interamente italiano, un’infrastruttura sanitaria multifunzionale che sfrutta le più moderne tecnologie 4.0 e 5.0 per garantire assistenza medica, gestire emergenze sociali e sanitarie e rispondere a crisi migratorie, bio-medicali e alimentari. Ma non solo: la nave è pensata anche come un hub formativo e un punto di riferimento per la divulgazione scientifica, a supporto di progetti umanitari ed educativi.

La visione dei progettisti è di sviluppare un sistema sanitario mobile altamente specializzato, collaborando con governi locali, investitori privati e stakeholder. È prevista la costruzione di una prima serie di unità navali, attrezzate con tecnologie avanzate e apparecchiature mediche di ultima generazione. Ogni nave sarà dotata di divisioni mediche indipendenti, che includeranno reparti di primo soccorso, pronto soccorso per pandemie (con sottounità specializzate su batteri e virus), chirurgia, ginecologia e ostetricia, telemedicina assistita da remoto, nonché aree dedicate al benessere, alla dietetica e alla cura veterinaria. Saranno inoltre presenti unità speciali per affrontare emergenze post-terremoto, post-alluvione e crisi alimentari.

Per garantire il massimo coordinamento delle operazioni, sarà implementata una Worldwide Driving Room, un centro di controllo globale per la gestione e il monitoraggio dell’intera flotta medicale, assicurando interventi tempestivi ed efficaci nelle aree più critiche del pianeta.

“La formazione, che ha caratteristiche specifiche, è un tassello fondamentale per garantire assistenza sanitaria qualificata in mare – ha sottolineato Toti Amato -. La presenza dell’ammiraglio ispettore di sanità della Marina militare conferma quanto oggi sia fondamentale un’adeguata preparazione per operare in contesti marittimi, soprattutto nelle grandi emergenze e per il sostegno alle popolazioni fragili delle zone costiere. L’Ordine di Palermo è chiamato a svolgere un ruolo di primo piano come ente formatore, garantendo un percorso di alta specializzazione”.

Sulla valenza strategica del progetto è intervenuta l’on. Erica Mazzetti, presidente dell’intergruppo parlamentare, che ha detto: “L’iniziativa nasce dalla necessità di unire innovazione e imprenditorialità. Il partenariato pubblico-privato è essenziale anche in ambito sanitario. Oggi la sanità italiana, pur essendo un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, affronta una crisi strutturale dovuta alla carenza di medici e strutture. Un’infrastruttura di questo tipo non solo potrebbe intervenire in situazioni di emergenza come guerre, catastrofi naturali ed epidemie, ma garantirebbe cure di alto livello anche a quelle popolazioni che vivono in aree remote, come alcune regioni dell’Africa o isole prive di strutture mediche”.

Per Mazzetti, inoltre, il progetto potrebbe rafforzare il turismo sanitario, generando posti di lavoro e contribuendo a creare un modello innovativo di governance sanitaria, soprattutto in Sicilia. Allo stesso tempo, offrirebbe ai giovani medici un’importante opportunità di formazione sul campo, in scenari di emergenza e contesti internazionali.

La nave ha una doppia funzione: da un lato, garantire un supporto immediato nelle aree di crisi, tra cui zone di guerra, catastrofi naturali ed epidemie; dall’altro, esportare l’eccellenza della sanità italiana nel mondo.

“Il progetto è nato durante il periodo del Covid, quando un team di specialisti dell’officina navale di Palermo e ingegneri esperti in sanità si sono uniti per progettare la prima nave ospedale civile”, ha spiegato l’arch. Claudio Paccanaro, presidente Medical tourism association – capo progetto.”È previsto che la nave operi lungo le coste dell’Africa, fermandosi in punti strategici per allestire mini ospedali da campo in circa tre mesi. Questi presidi garantirebbero un intervento sanitario tempestivo e qualificato. Inoltre, la nave è stata progettata per navigare in aree difficilmente accessibili, raggiungendo comunità isolate prive di infrastrutture sanitarie e stradali. L’obiettivo è quello di combinare il nostro know-how sanitario con la grande tradizione navale italiana, offrendo soluzioni innovative e sostenibili per rispondere alle emergenze globali”.

 

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