Il racconto del suo percorso, sin da adolescente, nella difesa dei diritti umani, e un’esternazione di stima verso David Sassoli, tra i primi a impegnarsi per la sua liberazione, sono due degli argomenti emersi dall’emozionante intervento di Patrick Zaki durante l’appuntamento “Speech on human rights – discorso sui diritti umani” che si è tenuto ieri sera a Noto durante la prima giornata del Giacinto Festival – nature Lgbt+, alla sua decima edizione diretta da Luigi Tabita.
L’attivista per i diritti umani Patrick Zaki è intervenuto, nell’ottica di una visione sempre più intersezionale, per portare la testimonianza del suo impegno sul fronte dei diritti. Un impegno che Zaki ha di recente raccontato nel suo libro “Sogni e illusioni di libertà. La mia storia”, in cui l’attivista – arrestato il 7 febbraio 2020 e rimasto in prigione al Cairo per 22 mesi – mette nero su bianco la sua storia: cosa è successo davvero quel giorno e cosa è avvenuto poi, nei giorni successivi: gli interrogatori, l’isolamento, le torture, il confronto con un mondo in cui tutti sono ridotti a una condizione disumana.


“La speranza è il motivo per cui esisto e racconto la mia storia”, ha affermato Zaki. Una speranza che, di fatto, come ha raccontato a Noto, ogni tanto vacillava. “Certo ci sono stati momenti in cui ho perso la speranza. Sono un essere umano, non di certo un eroe. La speranza traballava, in particolare, ogni volta che scoprivo che la mia detenzione era stata rinnovata. Diciamo che dopo i primi nove mesi mi ero quasi adattato all’idea che non sarei mai uscito da quella prigione”. Durante l’intervento, l’attivista egiziano ha anche ricordato David Sassoli, il presidente del parlamento che il 30 giugno del 2021, chiese la sua liberazione. “Per me, David Sassoli resta una persona importantissima. Vorrei tanto che ci fosse ancora oggi qualcuno come lui che è sempre stato dalla parte della verità, dell’umanità e dei diritti umani. Sassoli dava priorità ai diritti umani in tutto ciò che faceva. Per quanto mi riguarda è stato anche tra i primi a firmare la petizione per la mia cittadinanza italiana, ma lui ha fatto tanto anche per l’Italia e l’Europa tutta”. E dopo questi ricordi, Patrick Zaki ha parlato del suo impegno per le minoranze partito sin da quando, da ragazzino faceva volantinaggio per le strade. “Ho sempre lavorato a favore dei diritti per le minoranze. E sono stato molto impegnato per la comunità LGBTQ in Egitto, occupandomi di molte ricerche, di libri e articoli sulla situazione in Egitto. Inoltre, ho assistito a molti casi presso la corte egiziana dove venivano perseguiti solo per aver dichiarato il loro orientamento sessuale o la loro identità di genere. Lavoro sempre al loro fianco”. Un lavoro che continua a essere importantissimo perché le minoranze sono sempre a rischio. “Tutte le minoranze sono sempre a rischio sotto ogni tipo di governo conservatore e repressivo. E se sono a rischio le persone che protestano che dire delle minoranze e dei loro diritti?”.

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