Con una nota inviata al Sindaco di Palermo Roberto Lagalla, all’Assessore alle Attività Produttive Giuliano Forzinetti, all’Assessora Bilancio e Tributi Brigida Alaimo e ai Presidenti delle Commissione Consiliare Attività Produttive e Bilancio e Tributi Ottavio Zacco e Giuseppe Milazzo, il Presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice solleva il problema del Canone Unico Patrimoniale e ne chiede la rateizzazione in 24 mesi per il 2024 e l’azzeramento per l’anno 2025 oltre a sollecitare un tempestivo incontro su questo tema.
Il CUP o canone unico patrimoniale (introdotto dalla Legge 160/2019) ha sostituito il pagamento della tassa per l’occupazione del suolo pubblico a partire dal 2021: gli ambulanti sono tenuti a pagarlo entro l’anno d’imposta.
L’importo varia a seconda delle dimensioni delle superfici occupate. Il bollettino per il 2024 è stato notificato alle attività commerciali dal Comune di Palermo a novembre 2024 per l’anno 2024. A dicembre, quindi, gli ambulanti hanno potuto procedere al pagamento dell’importo dovuto per il 2024. Da metà gennaio, però, stanno già ricevendo il nuovo bollettino, che impone il pagamento della tassa annuale 2025 già entro fine gennaio.
“Una situazione insostenibile – denuncia Giovanni Felice, Presidente di Confimprese Palermo – nei mercati settimanali, oltre al caos che regna sovrano, la crisi economica ha portato tutti gli ambulanti ad una situazione di obiettiva difficoltà economica, aggravata dal fatto che quasi contemporaneamente, agli operatori del commercio su aree pubbliche, è stato notificato l’avviso di pagamento per gli anni 2024 e 2025, con i quali si chiede di saldare entro il 31 dicembre 2024, le spettanze dovute per il 2024 ed entro il 31 gennaio 2025 il CUP per l’anno in corso. In alcuni casi si arriva anche a svariate migliaia di euro sommando entrambi i balzelli”.
Felice continua: “A tutt’oggi, tutti coloro che hanno fatto la richiesta di rateizzazione, non hanno avuto risposta. Il che pone dei possibili problemi procedurali che potrebbero trasformarsi in pesanti ripercussioni per gli operatori ambulanti già in gravi difficoltà. Gli stessi, infatti, godono di un abbattimento del 50 per cento qualora paghino in toto entro i termini previsti. Una risposta negativa alla rateizzazione comunicata oggi come prima conseguenza comporterebbe automaticamente il raddoppio del debito degli ambulanti nei confronti del Comune perché automaticamente decade l’opportunità di abbattimento degli oneri. Un’ulteriore beffa per gli operatori commerciali”.
Il tutto è aggravato dalla crisi dei mercatini. “Crisi che è sicuramente collegata alla pesante congiuntura economica – insiste Giovanni Felice – ed alle fasi di evoluzione del commercio che penalizza in maniera rilevante il commercio fisico, ma anche alla particolare situazione in cui si trovano i mercatini”.
In media, secondo i dati elaborati da Confimprese tratti da documenti ufficiali del Comune, in ogni mercato è richiesto il pagamento al 62,7% degli ambulanti, e a quasi 4 ambulanti su dieci che operano nei mercati il pagamento del Canone Unico Patrimoniale non viene nemmeno richiesto. In termini economici questo significa che potenzialmente l’introito del CUP Mercatale dovrebbe essere di circa 824.000,00 euro annui, ma il Comune ne richiede circa 513.000,00 perché alcuni posti risultano vuoti mentre, è pari ad oltre 310.000,00 euro il mancato introito. I posteggi che non vengono assegnati dal 2017 secondo Confimprese a Palermo sono più di 800.
Secondo Felice, “il mancato introito è causato da un’ azione politico amministrativa impelagata in interpretazioni di legge che, oltre ad essere errate, sono, come dicono i dati, dannose per le casse del Comune, ingiuste nei confronti di chi in qualche modo cerca di pagare, socialmente sbagliate perché lasciano nel limbo dell’irregolarità centinaia di operatori che avrebbero l’opportunità di sanare la propria posizione”.
La proposta dell’associazione è quindi di accettare tutte le richieste di rateizzazione presentate per l’anno 2024 con pagamenti in 24 rate e azzerare il CUP per i mercati per l’anno 2025.
“Con la prima proposta – chiosa il presidente di Confimprese Palermo – chiediamo semplicemente di applicare il regolamento e di considerare il pagamento delle rate come “pagamento nei termini previsti” ed evitare così l’annullamento dello sconto. Con la seconda proposta, chiediamo l’ azzeramento del CUP per l’anno 2025. Sappiamo bene che questa proposta implica valutazioni di carattere legale e di carattere economico”.
Confimprese prende le mosse dalla stessa legge. “Non c’è alcun dubbio che sia possibile azzerare il Canone Unico Patrimoniale – argomenta Felice – perché il comma 843 della legge 160/2019 tra gli altri recita: “. I comuni e le città metropolitane applicano le tariffe di cui al comma 842 frazionate per ore, fino a un massimo di 9, in relazione all’orario effettivo, in ragione della superficie occupata e possono prevedere riduzioni, fino all’azzeramento del canone”.
Sull’aspetto delle minori entrate, la parte mancante potrebbe essere recuperata avviando da subito le procedure per le assegnazioni dei posteggi in maniera che già nel secondo semestre si potrebbero recuperare parte di quei 310.000 euro ai quali il Comune, da anni, ha deciso di rinunciare”.
Da qui, il Presidente Felice conclude: “Le due proposte avanzate oltre che legittime e sostenibili, contengono anche elementi di validità sociale e legalitarie.
L’assegnazione dei posteggi disponibili darebbe la possibilità di emergere a tutti coloro che hanno interesse a svolgere l’attività di commercio su area pubbliche in termini imprenditoriali, aumenterebbe le entrate del Comune e, se accompagnata da un’ attività di controlli sui mercati, può rappresentare il prologo per l’ammodernamento della rete dei mercatini a Palermo”.
Ma c’è di più. “La rateizzazione del CUP Mercatale 2024 e l’azzeramento del CUP 2025 alleggerendo la pressione su aziende che sono finanziariamente allo stremo e condotte da soggetti difficilmente finanziabili – ribadisce il numero uno di Confimprese Palermo – eviterebbe le uniche due tragiche conseguenze di questa situazione di fatto: la chiusura delle attività regolari, magari andando ad ingrossare le file degli abusivi e l’ampliarsi del mercato parallelo del credito e cioè degli strozzini, che nella nostra realtà può coincidere con le organizzazioni criminali come Cosa Nostra”.