‘Oltre tutto’, il murale partecipato di Igor Scalisi Palminteri con i pazienti psichiatrici dell’Asp di Palermo

L’artista palermitano Igor Scalisi Palminteri ha unito le forze con i pazienti del reparto Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) dell’ASP di Palermo presso l’Ospedale Villa Sofia, diretto dal dirigente medico Marcello Alessandra, per creare un’opera d’arte straordinaria intitolata ‘Oltre Tutto’, parte di un progetto che vedrà anche la realizzazione di un’opera audiovisiva di Antonio Macaluso di VediPalermo e un incontro con la partecipazione di tutti gli animatori del progetto.

Il murale mette insieme l’espressione creativa con il potente messaggio di solidarietà e sensibilizzazione verso i pazienti psichiatrici e la loro vita: “Questo è un paesaggio mentale, interiore – spiega Igor Scalisi Palminteri -. È l’idea di raccontare in maniera istintiva e spontanea, senza un progetto predefinito, un sentimento, un pensiero, quello che può stare dentro la nostra testa e difficilmente riusciamo a spiegare. La pittura ci viene in aiuto per esprimerci. La pittura fa bene a chi la vede e a chi la realizza, è uno strumento meraviglioso, consigliato per le terapie e, in questo caso, per ‘esprimere l’indicibile’, nel senso di ciò che non può essere detto. Ecco, questo è un paesaggio interiore e non esprimibile diversamente. È  indicibile altrimenti”.

Il progetto, nato dalla collaborazione tra l’artista, l’SPDC dell’Asp di Palermo, l’associazione Onlus Stupendamente e Vedi Palermo, mira a rompere gli stereotipi e a promuovere una maggiore comprensione della realtà quotidiana vissuta da coloro che affrontano disturbi psichiatrici. Il murale “Oltre Tutto” è un viaggio artistico che trascende le barriere mentali e sociali, invitando la comunità a guardare al di là delle etichette e ad abbracciare la diversità: “Sono felice perché quando Marcello Alessandra, il dirigente dell’SPDC, molti mesi fa mi ha chiamato e quando siamo finalmente riusciti a trovare lo spazio per dipingere ho provato una forte emozione e connessione col mio passato – racconta Igor Scalisi Palminteri – Mia madre, morta molto giovane, a 50 anni, era un’infermiera professionale del reparto di psichiatria dell’Ingrassia, ma prima aveva lavorato al manicomio di Palermo. Lavorava nel reparto femminile, da bambino andavo a trovarla e mi presentava le pazienti. Stiamo parlando del periodo precedente alla legge della chiusura dei manicomi, quando ancora la legge Basaglia non era applicata. Avvicinarmi a quel tipo di sofferenza, a quel tipo di persone credo che abbia scritto dentro di me qualcosa che non so bene esprimere ma che sento molto presente”.

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La pittura diventa così uno strumento potente per cambiare prospettive e costruire un ponte di comprensione tra la comunità e chi si trova a lottare con disturbi psichiatrici: “Io conoscevo tutti i ‘matti’ (perché così si chiamavano ai tempi) del manicomio, quelli che potevano uscire durante il giorno – prosegue il racconto di Scalisi Palminteri -: c’era Mimma che veniva sempre a casa nostra. Era felice e si sentiva utile aiutando mia madre con le faccende domestiche. Poi c’era la signora Fucsa – prosegue l’artista -, una donna alta e magra con i capelli sempre curati e col rossetto color fragola che parlava con un’inconfondibile S sibilante, con la quale condividevamo molto tempo. Ricordo tra le altre cose, per esempio, quando insieme a lei, mia madre, io e i miei fratelli andammo al circo. Erano scambi bellissimi. Ecco, questo è il valore che mia madre mi ha trasmesso. Oggi in qualche modo il cerchio si chiude: restituisco la bellezza di quelle amicizie che mia madre era capace di costruire, una minima parte di quello che mi è stato dato dalla vita, da lei e da quelle persone che ho conosciuto e che mia madre mi ha presentato anche se ero solo un bambino”.

La scelta di posizionare il murale all’interno del SPDC, un inedito assoluto per un reparto di psichiatria, ha lo scopo di coinvolgere i pazienti e il personale medico, ma anche la comunità locale, con la speranza che “Oltre Tutto” diventi un punto di riferimento visivo che spinge a riflettere sulle sfide affrontate dai pazienti psichiatrici, contribuendo a abbattere le barriere dell’incomprensione: “Ci tengo a ringraziare Marcello Alessandra per il lavoro che svolge con tanto amore, per le visioni che mette in atto nel reparto che dirige. Non è un’impresa semplice: queste persone sono emarginate e soffrono, ma sono persone delle quali bisogna prendersi cura. Credo che questo dipinto sia un piccolo atto di cura, ma necessario perché diventa uno strumento, insieme ad altri, per creare relazioni e per comprendere che nessuno deve essere escluso”.

“Questo progetto – spiega il dottor Marcello Alessandra, dirigente del SPDC dell’Asp di Palermo – nasce dalla iniziativa della Associazione Onlus StupendaMente, di cui sono presidente, da sempre impegnata nel raccontare la malattia mentale in modo diverso, perché convinti che lo si possa affrontare anche con altre modalità, ad esempio l’arte in tutte le sue forme. ‘La cura dello spazio, lo spazio che cura’: partendo da questo semplice concetto abbiamo deciso di portare il colore, la musica, i libri, i giochi, gli animali in un luogo da tutti e da sempre visto come brutto, grigio e sporco. Un posto chiuso, come fosse un luogo di prigionia e non di cura, dove ‘depositare pazienti pericolosi e vuoti a perdere’. L’SPDC è un reparto per pazienti psichiatrici acuti e per questo certamente ‘chiuso’. Ma non è solo un luogo di degenza dove si trovano i nostri pazienti ma anche la ‘seconda casa’ di tutti noi operatori (medici, infermieri, oss) che qui trascorriamo gran parte della nostra giornata. Vogliamo allora – prosegue il dottor Alessandra – prenderci cura del nostro luogo, dello spazio che abbiamo attorno, certi che la cura della mente dipenda anche dalla quotidianità: una sistemazione alberghiera comoda, luoghi puliti, posti colorati ed accoglienti. Immaginare così delle ‘pareti aperte verso il mondo esterno’, per liberare la nostra fantasia e non sentirci tutti quanti ‘rinchiusi tra quattro mura’. Crediamo che combattere lo stigma che avvolge e stravolge la psichiatria sia un dovere civile e restituisca dignità prima di tutto ai nostri pazienti e poi anche a tutti gli operatori. L’incontro con Igor Scalici Palminteri – conclude – diventa così il miglior modo per portare la poesia della sua pittura in un luogo che dovrebbe nutrirsi della poesia della mente di ognuno dei presenti”.

“Con il progetto VediPalermo – afferma il videomaker Antonio Macaluso – ho avuto il piacere di raccontare tanti lavori di Igor ma questa nuova esperienza è stata davvero un privilegio, un’opportunità di ragionare sullo spazio, sul tempo e su quanto questi elementi possano essere variabili in relazione alla mente delle persone. Vedere una parete bianca diventare un mondo collettivo e relazionarsi con l’energia, le emozioni e le visioni dei partecipanti mi ha fatto comprendere in modo tangibile quanto la pittura e l’arte in generale siano porte universali, accudimenti dell’anima e basi necessarie per il benessere umano”.

Il progetto ‘Oltre tutto’ prevede inoltre un incontro il 9 febbraio alle ore 18 da Interno65 Spazio Contemporaneo di via XX Settembre 65 a Palermo, che ospita anche la sede dell’associazione onlus Stupendamente. All’evento, moderato da Laura Francesca Di Trapani e durante il quale è prevista la presentazione dell’opera audiovisiva realizzata da Antonio Macaluso di Vedi Palermo, parteciperanno lo stesso Macaluso, il dottor Alessandra e Igor Scalisi Palminteri.

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