Grande partecipazione di pubblico per il regista e sceneggiatore britannico intervenuto in una lunga intervista video che ha ricevuto moltissimi applausi. Loach si è soffermato su temi di attualità e sul cinema, offrendo importanti spunti di riflessione sul futuro della nostra società.
27 luglio – Il regista e sceneggiatore britannico, Ken Loach, ha ricevuto il Premio Horcynus Orca 2024 per la sua ricchissima carriera, condividendo un forte impegno per la giustizia ambientale e la giustizia sociale, nella convinzione comune che l’umanità debba, con urgenza, generare da se stessa una “metamorfosi” per “andare oltre” paradigmi predatori di egoismo. Regista fortemente impegnato politicamente nei suoi film, costruiti sempre dalla prospettiva degli ultimi, ha sempre raccontato storie dei giovani, della classe operaia e delle persone più escluse. Attento osservatore della realtà, ha sempre realizzato film con una logica documentaria narrata con una rara sensibilità e intrecciata con uno stile altamente poetico.
Grande partecipazione di pubblico per Loach che è intervenuto in video collegamento, con una lunga e applaudita intervista, focalizzata su temi di attualità e sul cinema, offrendo importanti spunti di riflessione sul futuro della nostra società.
Dopo aver ringraziato per il premio ricevuto, il regista britannico ha parlato della “speranza” affinché “le cose migliorino nel mondo, dobbiamo combattere contro povertà, disoccupazione, guerra, repressione, cambiamenti climatici e gestione del fenomeno migratorio. Tutte queste sfide hanno come causa comune il capitalismo, che si basa sulla generazione del profitto a vantaggio degli azionisti e, di conseguenza, questa continua richiesta di massimizzazione dei risultati economici, porta questi effetti negativi che ho appena descritto”.
“Il capitalismo ha bisogno di tre elementi: essere in costante conflitto con i lavoratori, allo scopo di aumentare i margini di profitto a loro discapito; deve poi espandersi in modo indiscriminato per cercare nuovi mercati per le proprie produzioni, trasformandosi in una forma di aggressione verso le altre economie e gli altri Paesi, che va a determinare conflitti che, a loro volta, causano migrazione; il terzo fattore è il consumo spasmodico delle risorse del pianeta, perché se non vengono consumate da una particolare impresa, saranno altre a farlo. Questi elementi combinati, che rappresentano l’essenza del capitalismo, determinano tutti i mali che ho elencato prima e che anche la Fondazione MeSSInA e la Fondazione Horcynus Orca hanno definito come mali moderni.
Questo fenomeno – ha proseguito Loach – è ormai vecchio e si sta assistendo alla sua fine. Tutto ciò causa confusione a livello politico, da cui emerge l’estrema destra che difende il capitalismo pur parlando il linguaggio della classe operaia. Dobbiamo stare molto attenti e l’unica soluzione è la solidarietà alla classe operaia e il supporto verso i migranti. La solidarietà, quindi, è la soluzione e la speranza che possiamo riporre per il futuro”.
Ken Loach si è anche soffermato sul ruolo del cinema nella società, affermando che “i film hanno un ruolo importante, perché possono lasciare lo spettatore con delle domande, possono far provare emozioni e permettono di vedere il mondo da un’ottica diversa. Ma tutto poi dipende da cosa fa lo spettatore quando esce dal cinema e da come quello che è stato proposto nel film si connette con la politica e con i movimenti politici. C’era uno slogan movimentista americano che diceva ‘agita la coscienza, educa e organizza’. Un film può smuovere le coscienze, può anche educare, ma non può organizzare e, in questo senso, deve esserci una connessione forte con i movimenti politici più ampi”.
Al termine dell’intervento di Loach è stato proiettato “The Old Oak”, il suo ultimo lavoro cinematografico.