Si è chiusa ieri l’operazione di censimento della popolazione di daini nel Parco delle Madonie, una due giorni di lavoro sul campo organizzata e coordinata dai tecnici dell’Ente Parco, con il supporto del biologo Egidio Mallia, referente scientifico per la gestione della specie.

L’attività ha visto l’impiego di metodi standardizzati di rilevamento per garantire dati precisi e confrontabili nel tempo, fondamentali per pianificare interventi di conservazione. 

Il monitoraggio, svolto dagli oltre 50 operatori appositamente formati, è stato effettuato tramite conteggio da postazione fissa in località predefinite, distribuite in modo rappresentativo sull’intera superficie dell’area protetta.

“Disporre di dati attendibili è un aspetto fondamentale per definire strategie efficaci di conservazione e gestione della fauna selvatica – sottolinea Salvatore Caltagirone Commissario straordinario dell’Ente Parco delle Madonie – specie in contesti ad alta valenza naturalistica, dove l’eccessiva presenza di ungulati può compromettere fortemente le componenti vegetazionali ed il mantenimento della biodiversità e dei delicati ecosistemi dell’area protetta”.

Prima dell’avvio delle attività, tutti gli operatori, personale e rappresentanti del Parco, selecontrollori e collaboratori, hanno partecipato a una lezione tecnica di ripasso metodologico, volta ad assicurare uniformità nella raccolta dei dati e corretto utilizzo delle schede di rilevamento. Il censimento si è svolto nel pomeriggio fino al crepuscolo, con l’impiego di strumenti ottici e secondo protocolli scientificamente validati. Il mantenimento delle stesse postazioni impiegate negli anni precedenti consente di rilevare variazioni significative nella distribuzione e densità della popolazione nel tempo, contribuendo così a una lettura accurata delle dinamiche ecologiche in atto.

Questa attività, prevista all’interno delle azioni di monitoraggio faunistico del piano di gestione della specie, rappresenta uno strumento essenziale per una pianificazione sempre più corretta e consapevole degli interventi gestionali futuri, non solo nei confronti del daino, ma in un’ottica più ampia di equilibrio ecosistemico e corretta gestione della fauna selvatica.

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