Affrontare la resistenza antimicrobica in età pediatrica mirando ad un approccio multidisciplinare e collaborativo, promuovendo sempre più frequenti pratiche di prescrizione responsabili. È quanto emerso nel convegno dal titolo “Resistenze Antimicrobiche in Età Pediatrica”, tenutosi a Catania sabato 15 giugno. Un’importante occasione di confronto e aggiornamento per esperti, medici e ricercatori, teso ad affrontare le crescenti preoccupazioni legate alla resistenza agli antibiotici, soprattutto nei bambini, con un’efficacia più che dimezzata.
Gli antibiotici prevengono milioni di decessi ogni anno e restano il trattamento principale per le infezioni batteriche potenzialmente fatali. Tuttavia, le frequenti e inappropriate prescrizioni, nonché il loro uso eccessivo, hanno portato ad una resistenza che ha creato una vera e propria emergenza sanitaria globale. Ed è proprio dall’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che il convegno ha preso le mosse, sottolineando l’urgenza di interventi coordinati a livello internazionale.
Un punto focale è stato il ruolo attivo dei pediatri nell’approccio al bambino e alla famiglia, spesso in disaccordo sulle terapie antibiotiche. “Somministrare antibiotici ai bambini senza aver consultato prima il pediatra può essere dannoso. È fondamentale seguire le indicazioni dell’esperto, valutando le condizioni cliniche del bambino”, commenta la dott.ssa Vita Antonella Di Stefano, direttore U.O.C di pediatria e pronto soccorso pediatrico dell’A.O.E del Cannizzaro e responsabile scientifico del congresso. Presentati anche vari programmi di prescrizione informata come il PNCAR 2022-2025, piano nazionale nato con l’obiettivo di fornire al Paese le linee strategiche e le indicazioni operative per affrontare le emergenze dell’antibiotico resistenza.
Particolare attenzione è stata rivolta alla gestione delle infezioni post-Covid. “I batteri e i virus che sono stati sedati in quel periodo di isolamento stanno ricircolando, alcune forme in maniera più aggressiva e questo non perché siano state curate male, ma per la caratteristica stessa dei germi”, dichiara il professor Federico Marchetti, direttore U.O.C di Pediatria e Neonatologia di Ravenna. Marchetti ha ancora sottolineato come la stragrande maggioranza delle infezioni per fortuna rimanga ancora di tipo virale, con la loro auto-dissoluzione, e l’importanza di un approccio terapeutico personalizzato del piccolo paziente con un uso responsabile e a durata limitata degli antibiotici.
Infine, il prof. Giovanni Corsello, Direttore della Scuola di specializzazione di Pediatria dell’Università di Palermo e Direttore della Clinica Pediatrica e dell’Unità operativa di Neonatologia e TIN del Dipartimento Materno-Infantile ha presentato le iniziative della SIP – Società Italiana di Pediatria – contro l’antibiotico resistenza, con il suo ruolo attivo nel lavorare in stretta collaborazione con tutte le parti interessate per garantire un futuro più sicuro e sano ai piccoli pazienti, promuovendo pratiche cliniche assistenziali sia nel territorio che in ospedale.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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