Lettera aperta al Direttore Generale del Policlinico di Palermo

<L’inappropriatezza prescrittiva non può essere imputata ai medici di famiglia!>

Di Tiziana Alescio

Segretario Regionale Sicilia

Sindacato Medici Italiani (SMI)

Palermo, 3 ott.- <Il Sindacato Medici Italiani (SMI) Regione Sicilia, prende atto dell’esperienza personale conoscitiva da parte della S.V, volta ad una migliore comprensione del CUP della sua Azienda e dell’appropriatezza prescrittiva da parte dei medici di famiglia. Si constata, purtroppo, che l’eventuale causa dell’inappropriatezza da Lei riscontrata, sia, secondo il Suo parere, dovuta all’inadeguatezza decisionale del medico di famiglia. Gentile Direttore, l’inappropriatezza che risulta nelle prescrizioni da Lei attenzionate, durante la permanenza agli sportelli, non può essere valutata in Sua presenza, per diversi motivi. Ai pazienti che tentano di fare una prenotazione nelle Strutture Pubbliche della Provincia di Palermo, viene comunicata una lista di attesa di 8 mesi-un anno per qualsiasi prestazione che abbia una normale priorità (P o D), dettata dal giudizio clinico del medico.

Pertanto ai pazienti, quasi tutti i Centri Unici di Prenotazione (CUP), consigliano spesso il cambio di priorità, per ottenere prestazioni in tempi accettabili, Negli studi di medicina generale, quindi, le indagini e le visite specialistiche vengono fatte riscrivere diverse volte, con cambio di priorità che deve combaciare perfettamente con le agende delle Strutture ospedaliere e dei Poliambulatori. Non solo, ma dal personale CUP viene anche chiesto il cambio di prima visita in visita successiva o viceversa, a seconda della disponibilità del momento. Tenuto conto di quanto descritto , la problematica della priorità apposta dal medico di medica generale (MMG), potrebbe essere superata obbligando gli specialisti operanti nelle strutture pubbliche, ad effettuare tutte le prescrizioni su ricettario SSN o DEMA (indagini diagnostiche, visite di controllo o di altro specialista, terapie consigliate), così come previsto dalla normativa vigente. La frase “si consiglia di eseguire o si suggerisce” e tutti i prestampati che vengono biffati (illecitamente), vanno aboliti.

In questo modo la a prescrizione diretta da parte degli ospedali comporterebbe due vantaggi. Per primo, il paziente potrebbe prenotare subito quanto suggerito e consigliato, con la priorità che il medico prescrivente ritiene opportuno. In caso di problemi al CUP, con le liste di attesa, potrebbe subito tornare dal medico, se è disposto ad effettuare il cambio. Dalla maggior parte degli specialisti interni, invece, viene detto che la trascrizione su ricettario SSN è compito del medico di famiglia (come se fosse segretario del medico ospedaliero e non tenendo conto dell’assunzione di responsabilità, che anche dal punto di vista medico-legale, è personale) . Per secondo, la struttura riceverebbe un maggior numero di prenotazioni dirette ed il paziente non sarebbe costretto a tentare la fortuna in giro per la provincia: si avrebbe così un incremento diretto delle prestazioni. Poiché, invece, al medico di famiglia pervengono suggerimenti, consigli, obblighi cambio, ecc., il paziente ritiene di doverle pretendere dal proprio medico, ritenendolo prescrittore di decisioni altrui. Tutte queste pretese, consigli e suggerimenti, minano peraltro il rapporto di fiducia, già gravemente compromesso.

Per queste ragioni il Sindacato Medici Italiani auspica che la Direzione del Policlinico si muova nella direzione della risoluzione del problema, limando così eventuali contrasti legati al ruolo di ciascuno. Siamo disponibili ad ulteriori precisazioni e a promuovere un incontro per far partire un tavolo tecnico permanente provinciale o regionale, per valutare e risolvere tutte le criticità.

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Ufficio Stampa SMI

Giuliano Pennacchio

Giornalista pubblicista

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