A undici anni dal tragico naufragio al largo delle coste di Lampedusa, in cui persero la vita centinaia di migranti, l’Associazione Don Bosco 2000 si unisce al ricordo delle vittime, sollecitando una riflessione profonda sulle attuali politiche migratorie.  

Il recente decreto flussi, sebbene accolto con favore per il tentativo di regolamentare il lavoro dei migranti e contrastare il caporalato e le infiltrazioni mafiose, rischia di trasformarsi in un boomerang contro i principi di civiltà che il nostro Paese ha sempre difeso. È inaccettabile che, contestualmente a queste misure, venga introdotta una nuova norma anti-Ong che intralcia ulteriormente il lavoro delle organizzazioni impegnate nel salvataggio di vite umane in mare. Queste organizzazioni, spesso tacciate di complicità con i trafficanti di esseri umani dal vicepremier Matteo Salvini (attualmente sotto processo con il rischio di sei anni di carcere per il caso Open Arms) e dalla stessa premier, svolgono un ruolo essenziale nel Mediterraneo.

La norma, inserita nel decreto, limita la libertà operativa dei velivoli utilizzati per la ricerca di migranti in difficoltà, imponendo che “gli aeromobili privati, anche a pilotaggio remoto, che, partendo o atterrando nel territorio italiano, effettuano attività non occasionale di ricerca finalizzata o strumentale alle operazioni di soccorso, dovranno informare immediatamente e con priorità l’Ente dei servizi del traffico aereo competente, il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo responsabile per l’area in cui si svolge l’evento, nonché i Centri di coordinamento del soccorso marittimo degli Stati costieri contigui.” Un ulteriore passaggio burocratico che rischia di rallentare le operazioni di soccorso, con sanzioni amministrative che vanno da 2.000 a 10.000 euro, estese anche ai proprietari dei velivoli.

Agostino Sella, presidente dell’Associazione Don Bosco 2000, ha dichiarato: “Come ci ricorda la Dottrina Sociale della Chiesa, siamo chiamati a portare pace dove vi sono conflitti, a costruire rapporti fraterni dove c’è odio, e a cercare giustizia dove l’uomo sfrutta l’uomo. Il fenomeno migratorio non si risolve con l’accumulo di norme sempre più stringenti, ma con strategie umane e solidali. Siamo costruttori di ponti, non di barricate ideologiche.”

In occasione dell’anniversario della tragedia di Lampedusa, Sella ha aggiunto: “Ricordare le vittime di quel naufragio oggi, a pochi giorni dall’approvazione del decreto flussi, deve scuotere le nostre coscienze. I migranti non sono pacchi postali, sono esseri umani che fuggono in cerca di una vita migliore. Sono fratelli che necessitano di aiuto, oppressi che invocano giustizia, disoccupati che cercano lavoro, popoli che chiedono rispetto. I decreti servono a regolamentare, ma l’accoglienza vera nasce dal cuore e non può essere soffocata da norme antiumane.”

L’Associazione Don Bosco 2000 continuerà a impegnarsi per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni affinché si trovi un equilibrio tra regolamentazione e umanità, promuovendo sempre la dignità della persona.



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