Palermo 13 novembre 2024 – “I primi risultati della perizia disposta dai pm di Termini Imerese sulla strage dei lavoratori di Casteldaccia dimostra che le ditte non erano in possesso dei requisiti, che ci sono state inadempienze e procedure mancanti, che l’Amap, la società  affidataria, non ha consegnato il piano di sicurezza, che non c’era un coordinamento della fase di esecuzione. Una situazione di totale irregolarità e di mancanza di qualsiasi norma di sicurezza, che è la situazione con cui si ripetono le stragi”.

L’ha detto la segretaria della Cgil nazionale Francesca Re David, intervenendo oggi a Casteldaccia al momento di ricordo dei 5 operai morti il 6 maggio scorso, sul luogo della strage,  e subito dopo all’assemblea degli Rls e Rlst convocata dalla Cgil Palermo nell’auditorium del paese, alla presenza anche dell’amministrazione comunale e di rappresentanti dei lavoratori della sicurezza  di tutti i posti di lavoro.

“Dai 3 morti al giorno siamo passati alle stragi di lavoratori che muoiono insieme. Non è solo un fatto numerico ma di qualità. Quest’anno – ha aggiunto Re David, rivolta all’affollata platea di lavoratrici e lavoratori – abbiamo aperto con Brandizzo, e poi sono arrivate le stragi al cantiere Esselunga di Firenze, alla alla centrale Enel di Bargi, poi Casteldaccia e altre ancora. Sempre aziende importanti, partecipate, quasi tutte aziende pubbliche, che sfruttano la catena dell’appalto e del subappalto. Ogni strage ha la sua storia ma è la dimostrazione che c’è un sistema che mette la sicurezza delle persone  all’ultimo posto. Prima vengono il risparmio sul costo del lavoro e la fretta. Un sistema arrivato al limite della sopportazione: oggi si muore ancora come si moriva 70 anni fa.  Dobbiamo ribellarci e bisogna discutere di sicurezza per cambiare le cose: non accontentarci dello sdegno del giorno dopo”.

“Il governo – ha aggiunto Re David – ha dato un segnale con la patente a crediti per le imprese ma è una beffa, è burocrazia pura. Il tema della salute e sicurezza nella formalità non può trovare soluzione. Le maggiori aziende aumentano gli utili e abbassano del 12 per cento il costo del lavoro. La sicurezza è il punto per capire se si vive in uno stato democratico. In Sicilia il numero degli ispettori è più basso che altrove. I tagli alla spesa pubblica stanno colpendo soprattutto la sanità, i medici del lavoro, la medicina preventiva sul territorio. Ci troviamo in situazione pessima. Bisogna muoversi, in ogni singolo posto di lavoro. Nessuna ci regalerà niente se non ci muoviamo. Lo sciopero del 29 novembre serve anche a questo”.

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