Siracusa e Castelvetrano (TP) ospitano il documentario di Bonetti e Zanotti

  • 22 marzo: Cinema Aurora di Siracusa, ore 10.30
  • 24 marzo: (per le scuole) al Cinema Marconi di Castelvetrano (TP), ore 15.00
  • 25 marzo: Cinema Marconi di Castelvetrano (TP), ore 20.30
  • 26 marzo: Cinema Aurora di Siracusa, ore 19.00
Continua il tour nelle sale del documentario di Mario Bonetti e Giovanni Zanotti (Prodet Production, distribuzione Emerafilm) La notte del Conte Rosso: speciale approdo in Sicilia dove ci saranno quattro incontri con proiezione e incontro con i familiari di vittime e personaggi che presero parte a quella tragedia. La notte del Conte Rosso, infatti, è il documentario dedicato alla tragica vicenda del Conte Rosso: un imponente transatlantico requisito dal regime fascista in tempo di guerra, affondato il 24 maggio 1941 da un sommergibile britannico al largo di Siracusa. Nella notte del naufragio morirono in mare 1297 soldati. Tra loro, ben 60 vittime erano di origini siciliane.

Gli incontri nell’isola sono previsti a Siracusa e Castelvetrano (TP). A Siracusa il 22 marzo al Cinema Aurora alle ore 10.30 e il 26 marzo alle ore 19.00: il 22 marzo saranno presenti in sala Antonello Maltese, figlio dell’Angelo Maltese che documentò fotograficamente il recupero delle salme recuperate; e Concetta Santangelo, la pronipote del disperso del Conte Rosso Salluzzo Giuseppe di Castelvetrano (classe 1916). A seguire, in programma proiezione e incontro al Cinema Marconi di Castelvetrano (TP) con un doppio appuntamento: il 24 marzo alle ore 15.00 per una proiezione dedicata alle scuole, mentre per tutto il pubblico il 25 marzo alle ore 20.30. Per l’occasione sarà presente Concetta Santangelo. Dal 2012 Santangelo documenta le testimonianze dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime, i loro ricordi, le loro emozioni. Negli anni ha custodito le storie degli uomini del Conte Rosso: centinaia di racconti unici, toccanti, che vengono riprese e accennate nel documentario come in un grande mosaico.

Inframmezzate dal racconto della voce recitante di Luca Bassi, il documentario raccoglie le testimonianze innanzitutto del 103enne superstite di quella tragedia, Corrado Codignoni, classe 1921 e prossimo ai 104 (nato il 26 gennaio), reduce sia dal Conte Rosso che dalla Campagna di Russia. Ma anche di due parenti delle vittime: Marco Montagnani e Concetta Santangelo che da molti anni hanno raccolto testimonianze e studiato per ricostruire quella drammatica vicenda.

Già vincitore del Caorle International Film Festival per la sezione documentari, La notte del Conte Rosso gode del Patrocinio dell’Istituto del Nastro Azzurro fra i Combattenti decorati al Valor Militare, dell’Associazione Nazionale fra mutilati e invalidi di Guerra e dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci.

La tragedia del Conte Rosso fu insabbiata dal regime fascista, tanto da essere quasi dimenticata. Corrado Codignoni, 103 anni, è l’ultima persona vivente presente sulla nave quella notte. La sua testimonianza, insieme a quella dei parenti delle vittime, è uno sconvolgente racconto, fatto di ricordi, di coraggio e di lacrime. Marco Montagani e Concetta Santangelo hanno negli anni raccolto testimonianze e storie degli uomini del Conte Rosso: sono centinaia di storie uniche, toccanti, che vengono riprese e accennate nel documentario come in un grande mosaico.

La notte del Conte Rosso è la notte dell’uomo, è il tramonto dei valori patriottici del ‘900. È la storia di giovani soldati morti in mare prima ancora di vedere il fronte. È il trionfo della vita, negli occhi emozionati di chi si salva. È un racconto struggente che presenta la guerra per quello che realmente è: un’enorme porcheria.

Note di regia

Quando nel 2022 abbiamo iniziato a pensare come sviluppare questo documentario ci siamo subito chiesti quale fosse l’elemento che rende unica questa storia. L’affondamento del Conte Rosso, per quanto si tratti di una grandissima tragedia, rimane un piccolo racconto di quell’immensa catastrofe che è stata la Seconda Guerra Mondiale. Cosa rende davvero unica questa storia? Lo abbiamo scoperto anche noi man mano, muovendoci tra le fonti dirette e indirette, andando a spulciare nei meandri della memoria per trovare quel qualcosa che avrebbe reso onore alla storia che stavamo per raccontare.

Per poterlo scoprire abbiamo dovuto conoscere ed intervistare diverse persone. Corrado Codignoni, 103 anni, è il vero protagonista del racconto. L’ultimo sopravvissuto ancora in vita, il testimone oculare di quello che è avvenuto realmente quella notte sul Conte Rosso. Concetta Santangelo custodisce da anni le testimonianze dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime, i loro ricordi, le loro emozioni. Marco Montagnani è la memoria storica, colui che ha studiato con precisione le vicende della nave e la sorte degli uomini che l’hanno accompagnata nel suo ultimo viaggio.

Parlando con loro e con molte altre persone legate al Conte Rosso abbiamo percepito un forte senso di vicinanza, un rispetto quasi reverenziale per tutti quei poveri ragazzi morti nel lontano 1941. C’è un sottile filo rosso che unisce tutti i discendenti delle 2500 persone che furono sulla nave quella notte, ed è un sentimento difficilmente descrivibile a parole. È un senso di vuoto, è tristezza, è una complessa elaborazione di un lutto, è l’impossibile superamento di un trauma. È amore allo stato puro, manifestato in un senso di gioia per un figlio che è tornato a casa o nel dolore di un cuore infranto di un promesso sposo che non sarà mai all’altare. Sono madri lasciate sole, padri che non vedranno mai nascere i loro bambini. È tutto questo, ma è anche tantissimo altro. Sono 2500 vite cambiate in otto minuti. Sono ideali disillusi e sogni infranti di soldati di 20 anni che non avevano mai neanche visto il fronte. Per trasmettere tutte queste emozioni siamo stati aiutati da un ragazzo speciale, uno degli “uomini del Conte Rosso”.

Marino Motta aveva 20 anni. Era lo zio di Marco Montagnani. Sfortunatamente morì sulla nave quella notte. Poche ore prima di partire inviò una lettera a casa ai genitori. Questa lettera, conservata fino ad oggi dalla sua famiglia è il riassunto di quanto scritto in precedenza. È un macigno sul cuore di chi la ascolta. In pochi istanti ti riporta bambino o ti fa sentire genitore. Ti scaraventa con cattiveria sul ponte del Conte Rosso alle ore 20.00 del 24 maggio 1941. L’abbiamo inserita volutamente a conclusione del documentario con la volontà di far capire davvero cosa sia la guerra, quanto male faccia e quanto sia importante perseguire la pace con tutte le nostra forze. Questo è ciò che rende unico l’affondamento del Conte Rosso. La normalità della propria vita, infranta in pochi istanti dallo scoppio di un siluro e l’abisso che si apre davanti a noi. In lontananza, c’è però una flebile luce. La troverete, qua e là tra le righe del racconto, negli occhi speranzosi di chi ci ha raccontato questa storia. Ad essa bisogna aggrapparsi, farsi guidare, per schiarire le ombre della notte del Conte Rosso.


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