I Klostès sono i fili che si ottengono dall’azione della filatura, la fibra grezza che viene trasformata in filo grazie alla rotazione dei fusi. Così, dal 2021, Luisa Biondo (arpa e voce), Eleonora Bonincontro (oud), Annamaria Castrogiovanni (chitarra) e Novella Novelli (voce) tessono trame sonore che richiamano la memoria antropologica mediterranea, componendo melodie che raccontano storie antiche con un tocco moderno, mantenendo viva la tradizione musicale siciliana.

I Klostès, quindi, danno vita a suoni leggeri, suadenti, imperfetti e antichi, ma soprattutto al piacere di condividere suggestioni di un patrimonio spesso dimenticato.

Il nuovo progetto del gruppo musicale, Una dedica a Sant’Agata, non è semplicemente una canzone, ma un’invocazione, un racconto di una storia, un messaggio alle nuove generazioni. Come afferma Eleonora Bonincasa, “è un’opera che unisce la passione per la musica con la ricerca antropologica e il racconto”.


Nel brano, Sant’Agata, tessitrice e poi patrona delle tessitrici, viene rappresentata come una figura viva e presente, che si muove nelle strade di una Catania romana. Il suo velo diventa un potente talismano miracoloso, un simbolo di protezione contro tutte le calamità che affliggono la città.

La musica dei Klostès, definita dalle stesse artiste “Antropop”, è un racconto degli abitanti di queste terre e degli archetipi di una Sicilia che si colloca al centro dell’Universo Mediterraneo, palcoscenico su cui tutti passano lasciando, inevitabilmente, qualcosa di sé.

Il lavoro dei Klostès rappresenta un recupero di patrimoni intellettuali e materiali, una rilettura di testi antropologici ed etnomusicografici che dona freschezza contemporanea, con sonorità particolari e uniche.

Il lavoro è prodotto Da Mhodì Music Company per Comusì

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