CATANIA – Torna alle cronache locali la vicenda della privatizzazione del Porticciolo turistico del borgo marinaro di Ognina. Al centro della vicenda vi è una controversia lunga anni, quando nel lontano 20 dicembre 2007, il Comune di Catania rilasciò alla società La Tortuga Srl una concessione edilizia per il progetto di riqualificazione, ampliamento e completamento del porto turistico e dello specchio d’acqua di Ognina.
Trascorse soltanto un anno a quando i cittadini Natalina Arena, Eduardo Capizzi, Anna Di Paola e Armando Finocchiaro, presentarono un ricorso contro il Comune di Catania e l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente. Dopo 16 anni di battaglie e dispute legali, nel gennaio 2024, il TAR annullò ogni possibilità di ampliamento a favore della società, gettando nello sconforto i cittadini protagonisti del ricorso, che pensavano avessero riavuto indietro per sempre il “loro” porticciolo.
Il 17 ottobre 2024, a La Tortuga Srl, viene ridata la concessione, questa volta da parte della Regione Siciliana, che ha autorizzato la società ad ampliare il porticciolo turistico di Ognina. A conferma di ciò, nei giorni scorsi sono state installate barriere che impediscono l’accesso al mare sia ai cittadini che ai diportisti, che fino ad ora avevano potuto usufruire gratuitamente dell’ormeggio pubblico.
Ed ecco che entra in campo il Movimento 5 Stelle etneo, che con una nota, denuncia che “con questa decisione, adottata dalla Regione senza alcuna opposizione o osservazione da parte del Comune di Catania, oltre duemila metri quadrati di litorale diventano inaccessibili. Si tratta di uno spazio pubblico che, oltre a ospitare attività nautiche, rappresenta un luogo di grande valore tradizionale e caratteristico per la città. I residenti e i pescatori locali saranno gravemente penalizzati a favore di un’azienda privata. La città è stanca di decisioni che contrastano con il principio della libera fruizione del mare: nonostante i nostri quasi 30 chilometri di costa, gli spazi liberi per cittadini e turisti si riducono ogni anno”.
Sulla questione è intervenuto anche il Responsabile Unione Provinciale della Cisal Catania, Giovanni Lo Schiavo, spiegando che “l’ulteriore ampliamento del porticciolo di Ognina, che prevederebbe anche il taglio del molo per collegare l’area oggetto della richiesta con quella attualmente gestita dalla società La Tortuga, desta profondo sgomento in Cisal Catania. La Confederazione si unisce alla protesta di pescatori, residenti del luogo e comitati spontanei, che da tempo seguono con attenzione questa lunga e controversa vicenda. Pur non volendo entrare nel merito delle complesse vicende giudiziarie o delle concessioni rilasciate, che hanno visto il confronto tra interessi più o meno legittimi, Cisal Catania ritiene fondamentale garantire la libera fruizione del Molo di Ponente e dell’intero specchio d’acqua. È essenziale preservare il vincolo paesaggistico di uno dei più antichi borghi marinari di Catania, un luogo ricco di cultura, natura e straordinaria bellezza, che merita di essere tutelato per le generazioni presenti e future”.
Come accennato da Lo Schiavo, per protestare contro questa decisione, sabato 23 novembre alle 10, nel porticciolo di Ognina, si terrà una manifestazione. L’obiettivo è informare la cittadinanza su questa privazione imposta e sulla chiusura dell’area costiera, un luogo di grande valore storico e ambientale per la comunità locale.
All’iniziativa hanno aderito numerose associazioni, tra cui Antimafia e Legalità, Arci, Argo, Associazione Comunista Olga Benario, Borgo Marinaro di Ognina, Europa Verde, Free Green Sicilia, I Siciliani Giovani, Legambiente, Lipu, Movimento 5 Stelle, Oulp, Partito Democratico, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Sunia, Volere la Luna e WWF Sicilia Nord Orientale. Anche Fabio Micalizzi, presidente dell’Associazione Consumatori di Italia (Consitalia) si unisce al grido di protesta.
Anche da Asia Usb Catania arriva un NO deciso alla privatizzazione “del nostro mare”. In una nota stampa, così annunciano: “Dal litorale della Playa al progettato Porto Turistico, passando per il Caito e il Porticciolo di Ognina, si moltiplicano i piani che puntano alla privatizzazione del mare catanese. Questo fenomeno non si limita alle acque, ma si estende ben oltre, come dimostra il progetto del Porto di Catania, destinato ad inglobare anche Piazza Borsellino/Piazza Alcalà, gli Archi della Marina e altri luoghi storici e simbolici della città. Sabato, alle ore 10, nel Porticciolo di Ognina, l’Associazione Inquilini e Abitanti (ASIA USB) sarà presente alla manifestazione di protesta per opporsi con forza all’annunciata privatizzazione del Porticciolo di Ognina. Unisciti a noi per difendere il diritto di tutti a uno spazio che appartiene alla collettività e alla storia di Catania!”.
In esclusiva, ai microfoni della redazione di NewSicilia, i fratelli Testa de La Tortuga Srl, hanno chiarito la loro posizione specificando che nel loro intento c’è quello di “riqualificare il porto per tutti gli ogninesi e per tutti quelli che vogliono usufruire dell’area in questione”. E ancora: “Il porto non sarà chiuso ma aperto. Non metteremo ringhiere, il mare sarà fruibile meglio di prima. Metteremo anche i servizi igienici”. I proprietari, infine, si dichiarano “disponibili al confronto con chiunque voglia chiarimenti”.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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