A Corleone, in provincia di Palermo, il 10 marzo del 1948 viene assassinato da Cosa Nostra il sindacalista Placido Rizzotto; il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricostruirne la storia attraverso l’elaborato di Sergiopio Sitra della classe I sez. D del liceo scientifico Filolao di Crotone.

 “Il Corleonese Placido Rizzotto nacque il 2 gennaio del 1914. Non ebbe un’infanzia facile: rimase orfano di madre, mentre suo padre fu arrestato, con l’accusa di essere vicino alla mafia. Tale situazione lo portò ad abbandonare gli studi e di entrare a far parte dell’esercito. Rizzotto, durante la Seconda Guerra Mondiale, si unì anche alla Resistenza partigiana, combattendo al fianco del Gruppo di Napoli. Nel 1945, terminata la guerra, ritornò a Corleone, dove si impegnò nel sociale ricoprendo diverse cariche: fu presidente dell’ANPI e Segretario della Camera del Lavoro di Corleone. Placido Rizzotto fu un grande sostenitore delle lotte dei contadini che al tempo subivano pesanti soprusi e abusi dalla mafia. Nonostante subì diverse minacce dalla mafia corleonese, all’epoca guidata dal medico dottor Navarra, continuò ad appoggiare con grinta e coraggio le lotte di questi umili lavoratori. Placido Rizzotto morì il 10 marzo 1948. Dopo aver terminato una riunione politica, Placido, mentre camminava con Ludovico Benigno, incontrò il suo vicino di casa, Pasquale Criscione. Il sindacalista però non sapeva che Criscione lavorava per Navarra e che in quel momento era caduto nella sua trappola: Rizzotto fu caricato di peso sull’auto di un altro complice, Luciano Liggio, il quale lo portò in contrada Malvello. Proprio qui Placido, dopo esser stato ucciso da Liggio, fu gettato nella foiba di Rocca Busambra. Dopo lunghissime indagini alla ricerca del corpo del sindacalista, il 7 luglio del 2008, la Polizia recuperò dal pozzo di Rocca Busambra alcuni resti umani. Tramite test del DNA si scoprì che i resti si trattavano di quelli di Placido. In seguito al ritrovamento, il 24 maggio a Corleone, si tennero i funerali di stato per Placido Rizzotto, al quale intanto fu attribuita anche una Medaglia d’oro al merito civile.”

Gli studenti di oggi devono conoscere i veri ” eroi” del nostro passato, non troppo lontano, perché possano ispirarsi a modelli di cittadinanza attiva e responsabile. Ricordare non è solo un dovere morale ma un “dono”, un lascito, da trasmettere ai più giovani come forma di eredità più duratura e profonda.

Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU


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