Accordo tra l’istituto e l’associazione “Un Nuovo Giorno”

Attività di volontariato e ascolto delle persone in esecuzione di pena esterna ed all’interno dell’Housing sociale. E’ quello che hanno svolto, nelle scorse settimane, 15 giovani della scuola Marco Polo, in forza dell’accordo su alternanza scuola-lavoro, stilato tra l’Istituto Tecnico Economico per il Turismo Marco Polo e l’associazione “Un Nuovo Giorno”, in collaborazione con il Cesvop. L’obiettivo è stato quello di favorire lo scambio culturale e sociale tra due realtà molto diverse tra di loro.


Fra le attività, i ragazzi e le ragazze, di alcune classi di quarto e quinto anno, si sono impegnati nella realizzazione di panchine in legno che verranno collocate negli spazi pubblici del quartiere Marinella. Ogni panchina rappresenta non solo un elemento di arredo urbano ma anche un gesto concreto di cura e di amore verso la comunità cittadina. Oltre a questo, sono stati svolti anche laboratori di pittura, teatro, giardinaggio e falegnameria.

Inoltre, in vista della realizzazione di un ‘giornalino’ alcuni di loro hanno fatto piccole interviste sia alle persone in esecuzione di pena esterna che alle persone detenute che vivono dentro l’Housing sociale coordinato da Un Nuovo giorno con il progetto Ortis 2.0.


“Abbiamo avuto la possibilità di intervistare alcune persone in esecuzione di pena – racconta Gaia Prestigiacomo di 18 anni – chiedendo loro il tipo di errore che avessero commesso e quali fossero le loro prospettive future, a conclusione della loro pena. Sono state persone molto gentili e disponibili che mi hanno fatto allontanare i pregiudizi che si possono avere su chi ha commesso dei reati. Sono persone che cercano di migliorare se stesse e, per chi ha famiglia, di dare un futuro migliore ai loro figli. In Housing abbiamo lavorato nell’orto insieme a loro. Sicuramente, è una esperienza che non pensavo di fare nella mia vita che mi ha fatto cambiare idea sulle persone che hanno sbagliato”. “Io ho fatto delle domande a un ragazzo marocchino e ad un altro tunisino – racconta pure Salvatore Armanio di 18 anni – che mi hanno raccontato le loro storie e la loro esperienza in carcere. Alcuni di loro hanno parlato pure della loro passione per la musica e la cucina. Questi incontri sono stati per noi come una lezione di vita da cui abbiamo imparato che anche chi sbaglia, se lo vuole, può rimediare. L’Housing mi ha sorpreso perchè è una struttura molto curata dove le persone detenute stanno bene. Ho avuto modo di raccontare questa esperienza anche alla mia famiglia”.


“All’inizio i giovani erano un poco perplessi per le persone che avrebbero dovuto incontrare – afferma Simona Catalano di Un Nuovo Giorno -. Nonostante questo, abbiamo spiegato loro l’importanza di potersi relazionare con loro al fine proprio di allargare culturalmente i loro orizzonti nel quadro significativo di una attività rieducativa e sociale. I ragazzi hanno conosciuto persone che, pur avendo compiuto degli errori, oggi sono in una fase di ripresa e di cambiamento della loro vita”. “Insieme alle persone in esecuzione di pena esterna i giovani hanno fatto dei laboratori artigianali – aggiunge Antonio Macaluso, operatore di un Nuovo Giorno -. In particolare, sono state realizzate due panchine e la piantumazione di fiori in due vasi decorativi che metteremo negli spazi esterni del quartiere. E’ stato bello vedere come i giovani si sono lasciati coinvolgere nelle diverse attività, conoscendo persone che vivono una realtà molto diversa da quella loro”.

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