Negli ultimi decenni la sfiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche a Gela, è diventato un fenomeno dilagante quanto preoccupante. A Gela non si salva un solo organo statale, la città ormai è al collasso non tanto economico ma soprattutto identitario, la decadenza è sotto gli occhi di tutti.
Al fine di arginare questi fenomeni sociali è quindi fondamentale identificare le cause della sfiducia nelle istituzioni pubbliche.
Ipotizziamo che le disuguaglianze economiche possano essere annoverate tra le principali determinanti della sfiducia.
Utilizzando tecniche econometriche di stima per analisi cross-country, abbiamo rilevato come la fiducia nelle istituzioni pubbliche, misurata attraverso la percentuale di individui che tendono a credere nella politica, si riduce all’aumentare delle disuguaglianze economiche.
Sembrerebbe che lo Stato si sia dimenticato della città di Gela e che la politica se ne ricordi solo in prossimità delle elezioni. Anche i comunicatori per mestiere hanno gravissime colpe, i tantissimi articoli fallaci hanno trasformato Gela nella capitale della diffamazione, falsità, disinformazione, e cause giostrate; da qualche tempo è anche la capitale dei malpaganti; a Gela tutto è all’incontrario di tutto, una città invivibile. I gelesi vivono in una società ingiusta, soprattutto durante periodi di grande incertezza macroeconomica come i tempi attuali e continuano ad emigrare.
Fidarsi delle istituzioni pubbliche diventa difficile poiché queste sono viste come un luogo elitario che tende a difendere gli interessi di pochi a danno di tutta la popolazione. La corruzione a Gela ha raggiunto livelli da terzo mondo.
Nel complesso, la distanza tra i cittadini-elettori e politica non diminuisce, ai gelesi piace essere maltrattati, presi in giro e ridicolizzati. D’altronde i politici estremamente ignoranti e arrogati sono il volto del gelese.
Non si può che accennare: Superpoliziotti di fatto super-corrotti; uomini della legalità di fatto appartenenti alla mafia; associazioni Antiracket sciolte dalla Prefettura; commercianti poco curanti delle esigenze della moglie che vengono difesi da Polizia di Stato e giornalisti e fatti passare per vittime (affermazione PS: “chi ha torto e chi ha ragione lo decidiamo noi”) sostanzialmente i giornalisti avevano trasformato alcuni poliziotti in creature mitologiche, giuridicamente intoccabili, che potevano inventarsi fatti e atti, di fatto sono perseguibili, querelabili e denunciabili come chiunque; questori che con diciotto voti diventano deputati regionali; intraprendenti direttori di fallite emittenti e di giornali, vicini ad organizzazioni oscure che oltre a favorire alcuni soggetti politici aiutavano la criminalità a diffondere false notizie al più alto numero di ingenui spettatori possibili. Ma ancora giornali online che difendono mariti cocainomani, microcriminali, e omosessuali, che estorciono denaro, beni mobili e immobili a mogli con la minaccia di non fargli vedere la famiglia. Non si può che concludere con Caponetti che con accanto la scorta commetteva ogni tipo di reato, era definito il guru della legalità, la gente fiduciosa dei giudici aspetta la condanna.
Ancora una volta se a Gela si riesce a fare tutto ciò la colpa è dei comunicatori di falsità che creano personaggi che sono tutto all’incontrario di tutto. Il risultato del dispotismo giornalistico è sotto gli occhi di tutti…. I danni per le prossime generazioni.
Pensando a questi fenomeni ci siamo chiesti se esista un modo per mitigare il decadentismo di Gela. La risposta è NO! almeno per due generazioni difficilmente Gela potrà cambiare cultura, perché i danni sono ormai culturali, strutturali e genetici.
I gelesi quanto guardano la TV locale, leggono un articolo, o semplicemente discutono si facciano sempre la domanda: “ma è vero?…”
Se qualcuno ha qualcosa da dire o dimostrare siamo a vostra disposizione.
Luogo: Studio Immobiliare , Berchet, 5, GELA, CALTANISSETTA, SICILIA