Palermo 12 luglio 2024 – Il 21 giugno la Fillea Cgil Palermo ha spedito una lettera al sindaco Lagalla e ai sindaci degli 82 comuni della provincia per sensibilizzare le amministrazioni comunali sull’emergenza caldo, chiedendo l’adozione di ordinanze di chiusura dei cantieri edili se la temperatura supera la soglia dei 35 gradi.
“Ad oggi purtroppo nessuna delle amministrazioni contattate ha emesso le ordinanze comunali di sospensione dei cantieri che abbiamo chiesto – dichiara il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – Per noi è urgente che i comuni si attivino e predispongano le misure specifiche per tutelare i lavoratori. Siamo già in emergenza. Dobbiamo rispondere ai lavoratori che quotidianamente segnalano le difficoltà ad operare in condizioni climatiche estreme, con temperature come quelle di questi giorni, che superano i 35 gradi. Fino alla prossima settimana sono state annunciate temperature elevate, insostenibili, con un aumento dei rischi di colpi di calore e di incidenti per i lavoratori dei cantieri sottoposti a stress termico”.
“Invitiamo di nuovo in primis il sindaco di Palermo e tutti gli altri amministratori a dare un segnale immediato, in risposta a un’esigenza di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che deve essere per tutti una priorità – aggiunge Ceraulo – Apprezziamo il sostegno espresso dalle forze di opposizione alla proposta avanzata dalla Fillea Cgil Palermo. Se non dovesse arrivare nessuna risposta in tal senso, saremo pronti a mobilitarci”.
Negli altri comuni siciliani sono già scattati i primi provvedimenti. Tra i primi comuni ad attivarsi Aci sant’Antonio in provincia di Catania e Assolo in provincia di Enna. A Ragusa già sono cinque i comuni che hanno emesso provvedimento contro l’emergenza caldo e anche a Siracusa il percorso è stato avviato nei primi due comuni.
“I lavoratori – prosegue Ceraulo – ci stanno chiedendo a gran voce di utilizzare tutti gli accorgimenti possibili perché già le ore di esposizione al caldo sono eccessive. Come Fillea Cgil abbiamo sempre proposto alle aziende la rimodulazione dell’orario di lavoro, spostando l’inizio nelle ore più fresche della mattina e prevedendo l’interruzione dopo mezzogiorno, lì dove i lavori non possono essere sospesi per motivi di pubblica sicurezza. Ma negli altri casi, quando si superano i 35 gradi, si attivi subito la cassa integrazione, strumento che copre il periodo di fermo e di rallentamento dell’opera e garantisce un’indennità ai dipendenti”.