Il nostro paese sta vivendo una fase economica gravissima, con fasce di popolazione a rischio povertà, lavoro precario dilagante, attività economiche e commerciali in grande difficoltà, prezzo della benzina, costi delle bollette e beni di prima necessità alle stelle, tagli alla sanità e stipendi bloccati.
In queste condizioni, mi chiedo, perché dovremmo continuare ad inviare armi in Ucraina, alimentando così una guerra fondata su contrapposizioni ideologiche ed interessi di supremazia, dove a pagare sono soltanto vittime innocenti?
Mi sembra che le recenti scelte di politica estera, ci vogliono sempre meno neutrali in questo conflitto tra Usa e Russia.
Voglio ricordare che in Sicilia insiste la più grande base militare della Nato che vede a Sigonella la presenza di più di 5 mila soldati, droni armati, aerei spia e da trasporto.
Chi difenderebbe la Sicilia da eventuali minacce belliche?
Sarebbe opportuno che la comunità internazionale inviasse ambasciatori e uomini di pace disarmati, per garantire un referendum, con cui far scegliere alla popolazione se le aree contese debbano appartenere alla Russia o all’Ucraina.
La comunità internazionale deve utilizzare le risorse economiche che ha, con questo fine, evitando di continuare a finanziare il conflitto.
Noi diciamo basta armi e chiediamo di ristabilire la pace.
Facciamo prevalere la volontà di un popolo ridotto allo stremo, contro ogni forma di guerra, egoismo e fanatismo.
Così in una nota Vincenzo Figuccia deputato questore all’Ars.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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