Domani lo sciopero di 8 ore dei metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm. Un sit-in alle 9 s otto la sede di Sicindustria. Il segretario nazionale Fiom Luca Trevisan oggi a Palermo

Palermo 12 dicembre 2024 – Domani a Palermo sciopero di 8 ore dei metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm per riaprire il tavolo di confronto per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Il sit-in si terrà a partire dalle ore 9 sotto la sede di Sicindustria, in via XX settembre, 64.

E oggi, a spiegare i motivi della mobilitazione è intervenuto all’assemblea generale della Fiom Cgil  Palermo il segretario organizzativo della Fiom Cgil nazionale, Luca Trevisan. Il direttivo si è svolto presso la Casa della Cooperazione, a Sant’Erasmo, davanti a una platea di delegati sindacali delle principali aziende metalmeccaniche, da Fincantieri a Leonardo, da Sirti, a Sispi, a Engineering, Italtel,  Schindler, Kone, Polygon.    

“Per domani, unitariamente, Fiom, Fim e Uilm hanno proclamato 8 ore di sciopero in tutte le aziende metalmeccaniche. Abbiamo svolto in queste settimane assemblee in tutti i siti – spiega il segretario generale Fiom Cgil Palermo e Sicilia Francesco Foti – per informare i lavoratori del grave comportamento tenuto da Federmeccanica nei confronti del sindacato. La piattaforma votata dal 98 per cento dei metalmeccanici italiani è stata infatti rigettata da Federmeccanica, che ha presentato una ‘contropiattaforma’ che non consente di far proseguire le trattative. Quindi daremo un chiaro segnale, chiediamo di riaprire le trattative per portare a casa salari e diritti per i lavoratori e soprattutto chiediamo di discutere sul contenuto della piattaforma che i lavoratori hanno votato”.

A Federmeccanica, Fim, Fiom, Uilm hanno risposto con l’avvio della mobilitazione nazionale e la proclamazione di 8 ore di sciopero da articolare a livello territoriale.

“Domani tocca a Palermo, per i metalmeccanici palermitani è una giornata molto importante – dichiara il segretario Fiom nazionale Luca Trevisan –  Sciopero di 8 ore con il blocco dello straordinario e delle flessibilità in tutte le aziende, per protestare contro Federmeccanica e Assistal che con il loro atteggiamento hanno di fatto determinato la rottura delle trattive per rinnovare il contratto nazionale di lavoro dei lavoratori metalmeccanici.  Una iniziativa di 8 ore che articoliamo in tutto il territorio nazionale, domani a Palermo e nelle prossime settimane nelle altre province siciliane, con l’obiettivo di riconquistare il tavolo e il diritto a contrattare, quello che Federmeccanica e Assistal tentano di negare ai metalmeccanici”.

“Vogliamo con il rinnovo del contratto aumentare i salari, per mettere le persone in grado di recuperare potere d’acquisto. C’è una questione salariale importantissima in questo Paese – aggiunge Trevisan –  Con il contratto vogliamo contrastare la precarietà, evitare che diventi una condizione sociale permanente.  Bisogna puntare a stabilizzare i rapporti di lavoro e a diminuire la competizione tra i lavoratori. E poi c’è un tema per i metalmeccanici importante ma riguarda l’insieme dell’industria e cioè il fatto che si può anche ridurre l’orario: lo chiediamo in via sperimentale, fino a 35 ore, per governare i processi di transizione. L’idea è che attraverso la riduzione dell’orario di lavoro e l’utilizzo di ammortizzatori sociali, anche con finalità formative, difendiamo i posti di lavoro dalle tante crisi che attraversano l’industria e che devono essere però affrontate con scelte di politiche industriali, con investimenti, con scelte coraggiose come il rinnovo del contratto nazionale”.

“Si tratta di investire sul lavoro, sulle persone – conclude Trevisan –  rimetterle al centro e far sì che possano attraverso le loro competenze contribuire a superare questo momento di difficoltà. Lo sciopero di domani racchiude tutto questo.  Lottiamo per rinnovare il contratto, lottiamo per rilanciare l’industria: mai come in questa fase c’è bisogno di industria, di lavoro, di produrre beni e servizi ma soprattutto di restituire ai lavoratori ciò che con il loro lavoro determinano in termini economici”.

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