“Potenziare la macchina della pubblica amministrazione, snellendo la burocrazia, e rilanciare gli investimenti garantendo legalità e trasparenza sull’affidamento delle gare d’appalto, prevedendo, laddove se ne ravvisi l’utilità, anche l’assunzione di tecnici e progettisti e nominando delle figure di coordinamento tra stazione appaltante, contraente generale e consorzio di imprese”. Lo chiedono il segretario regionale della Filca Cisl, Paolo D’Anca e i segretari della Fillea CGIL, Mario Ridulfo e della Feneal Uil, Francesco Di Martino, che hanno inviato una lettera congiunta ai deputati dell’Ars, componenti della prima commissione che stanno discutendo il disegno di legge 773 sugli appalti. “Ma siamo contrari -aggiungono -alla figura del commissario straordinario perché abdicare a norme e regole e mettere ogni appalto nelle mani di commissari che scelgono direttamente a chi affidare i lavori, significa dichiarare il fallimento della funzione dello Stato, azzerare i principi di sana concorrenza e di mercato, escludere dalle progettazioni e dai cantieri l’intero sistema delle piccole e medie imprese. I commissari -continuano-possono andare bene nella fase di programmazione e coordinamento ma prevedere questa figura non è la soluzione anzi aggrava il problema. Invocare poi, come esempio, il modello Genova non è ammissibile perché quel modello è stato sicuramente utile per quella particolare situazione ma non è applicabile nella nostra regione, considerato che nel nostro ordinamento e nel codice degli appalti esistono già le norme per semplificare. Occorre piuttosto -concludono- che la Regione investa nel funzionamento della macchina burocratica e come e’ stato già fatto per la fase della pandemia covid19, adesso occorre che si investa nella pubblica amministrazione regionale e degli enti locali e nelle piattaforme digitali”.
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