“Il cinema ha da sempre svolto un ruolo di rilievo nella cultura e formazione, capace di emozionare e di raccontare storie che portano a riflettere. Da alcuni anni, però, questo potente mezzo di comunicazione è stato utilizzato per sensibilizzare i giovani al tema della legalità. Ma come è nata quest’idea? È sorta in Italia negli anni ’90, un periodo storicamente segnato da eventi di forte impatto sociale come la lotta alla mafia. E le ragioni che hanno spinto alla nascita del cinema per la legalità sono molteplici: in primo luogo, si è avvertita l’esigenza di contrastare la crescente diffusione della cultura dell’illegalità, spesso radicata in alcune realtà sociali dove il crimine è purtroppo visto come una via di successo e potere. In secondo luogo, l’Italia ha compreso l’importanza di sensibilizzare i giovani fin dalla scuola, aiutandoli a comprendere il valore della giustizia e delle leggi.
Il cinema, con il suo linguaggio universale e immediato, si è rivelato un mezzo efficace per raccontare storie di coraggio, speranza e resistenza contro la criminalità organizzata. Il fenomeno del cinema per la legalità, in particolare, si è sviluppato nelle regioni del Sud Italia, come Sicilia, Campania e Calabria, territori colpiti dalla presenza della criminalità organizzata. In conclusione, dunque, possiamo affermare che il cinema, grazie alla sua capacità di emozionare e far riflettere, si è dimostrato un’arma efficace nella lotta contro le illegalità. Il messaggio che emerge, inoltre, dalla pellicola è chiaro: ognuno di noi ha un ruolo nella società, e anche i più piccoli gesti possono fare la differenza. È importante quindi continuare su questa strada, coinvolgendo sempre più giovani e ricordando che la battaglia per una società equa e giusta passa anche attraverso il potere delle immagini e delle storie che esse raccontano”.
Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune