“Chiediamo l’immediata convocazione del tavolo di contrattazione. E’ necessario passare dalle parole ai fatti”. La Cisl Fp interviene sulla situazione del Comune di Messina. “Da tempo il sindacato – scrivono il segretario generale Giovanna Bicchieri, il segretario aziendale Alfredo Mobilia e la RSU tutta – evidenzia le criticità esistenti sui temi legati ai dipendenti di Palazzo Zanca. Oggi non possiamo che esprimere il nostro disaccordo su diverse decisioni intraprese da questa amministrazione. Destinare alle progressioni economiche solo le risorse liberate dal recupero delle quote differenziali di progressione economica liberate dal personale cessato, vanifica le legittime aspettative del personale che in taluni casi è bloccato da anni nella medesima posizione economica. Aver previsto, poi, una specifica direttiva sulle progressioni verticali, peraltro unendo le due fattispecie previste dal contratto nazionale ai sensi dell’art 13, c. 6 (cd progressioni in deroga, per le quali non è prevista alcuna riserva per l’esterno) e dall’art. 15 (progressioni ordinarie) non tenendo conto delle pregresse interlocuzioni tra il Direttore Generale e le OO.SS. e soprattutto del piano del fabbisogno triennale che non destina nessuna progressione verticale ordinaria nonostante i posti messi a concorso ed una quota assolutamente residuale alle progressioni verticali transitorie, svilisce il ruolo stesso del sindacato. Dal mese di Aprile 2023 – proseguono Bicchieri, Mobilia e la RSU tutta – abbiamo, come Cisl Fp, presentato una piattaforma contrattuale per spingere l’amministrazione a riprendere la contrattazione decentrata integrativa che avrebbe dovuto essere indetta entro un mese e che di fatto non è stata convocata. Oggi torniamo a chiedere con forza la costituzione di un tavolo in cui definire tutti gli istituti contrattuali e salariali dei dipendenti comunali nell’ambito delle loro specificità. Riteniamo nel contempo impossibile procedere ad una sorta di “contrattazione unica” per il Comune di Messina e il libero consorzio (Ex Provincia). Questa impostazione metodologica, infatti, svilirebbe le diversità organizzative, strutturali, la storia e le necessità proprie di ciascun Ente”.

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