L’incendio sviluppatosi due giorni fa presso la Clinica Santa Teresa sulla SS113 nel territorio di Bagheria, è solo l’ennesimo episodio di un fenomeno, talmente frequente da diventare preoccupante.
A richiedere la necessità dell’intervento dei vigili del fuoco, le lingue di fuoco che sarebbero partite da un cumulo di rifiuti e da alcune sterpaglie, non è dato sapere se in un terreno privato. A supporto dei pompieri, secondo quanto riferito anche un autopompa della protezione civile proveniente da Brancaccio.
Il pronto intervento ha impedito che le fiamme ma anche i fumi venefici, raggiungessero il presidio sanitario che dopo le vicende giudiziarie di qualche anno fa, ospita l’Istituto Ortopedico Rizzoli. Purtroppo la vicenda dell’altro ieri non è un caso isolato e si inserisce in un fenomeno che va avanti da oltre un anno.
Il 21 maggio scorso, accogliendo un accorato appello di un numerosissimo gruppo di cittadini, l’Osservatorio Permanente sui Disastri Ambientali, aveva organizzato un assemblea pubblica alla quale presenziarono anche alcune autorità locali, nello specifico i candidati sindaco compreso quello uscente poi riconfermato. La scelta della data fu strategica proprio per attirare l’attenzione di tutti. Le testimonianze dei cittadini visibili sulla pagina Facebook dell’Osservatorio, sono allarmanti. Ne venne fuori un quadro talmente desolante, di omertà, di tentativi di sminuire fenomeni comprovati da filmati e fotografie, di pochissimo clamore mediatico e solo attraverso qualche voce fuori dal coro. La zona dove è avvenuto l’incendio due giorni fa è proprio una di quelle indicata dalle testimonianze.
Le ipotesi dei cittadini, che da soli si sono dovuti improvvisare investigatori, convergono verso casi di gestione fraudolenta dei rifiuti, non una novità visto l’epilogo di una recentissima inchiesta dei Carabinieri, che, a causa di queste pratiche illegali, ha portato prima ai domiciliari, e poi all’obbligo di firma, titolari e dipendenti di una impresa edile di Bagheria, ed il sequestro di terreni, macchinari e somme di denaro, anche nei confronti del padre dei due imprenditori, oggi deceduto ma indagato in seno ad inchieste di mafia. Perché le associazioni di protezione civile debbano intervenire da Brancaccio, e non intervengano quelle locali, alcune delle quali recentemente fornite di autopompa, è un quesito al quale, nell’imminente emergenza, si dovrebbe avere risposta esaustiva. Si aprono le corrette procedure quando sono emanati gli stati di allerta?
Luogo: isituto ortopedico rizzoli, BAGHERIA, PALERMO, SICILIA
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